24 dicembre 2010

Corrado Malanga: tra alieni e demoni

In questo articolo non vorrei tanto discutere sull'esistenza (o non esistenza) degli alieni, anche perchè questo viene già fatto in migliaia di siti, blog e forum. Dico però che le varie storie sugli alieni mi convincono molto poco, soprattutto vedendo cosa ci gira attorno: oltre ai grandi affari economici (cosa che è relativamente poco pericolosa) esistono infatti anche moltissime sette, pseudo religioni e pseudo dottrine, che sono state create a partire da questa questione. Esiste così una gran quantità di falsi messia pronti a “donare” le loro rivelazioni sugli alieni per “il bene dell’umanità”.
Quando tuttavia non si tratta di “rivelazioni”, ma di dati derivanti da una ricerca, la cosa potrebbe anche farsi più interessante, ed è questo il caso delle teorie di Corrado Malanga.
Una delle cose che secondo me Malanga ha azzeccato nel suo lavoro è il titolo del libro, Alieni o Demoni. Malanga sostiene infatti che quelli che oggi vengono chiamati “alieni”, un tempo venivano chiamati demoni, e che quindi le due denominazioni siano perfettamente equivalenti.
È un ragionamento che può avere una sua logica: esseri che in una civiltà tradizionale venivano visti come entità "demoniache", oggi - nell'era dell’alta tecnologia - vengono visti come “extraterrestri” provenienti da chissà quale pianeta. Non ci si dovrebbe nemmeno stupire poi se questi alieni/demoni fossero capaci di interagire a livello fisico: anche le opere dei padri della Chiesa - e in generale degli ecclesiastici - parlano di queste "entità aere" che sono in grado di insiadiare gli uomini in molti modi. S. Agostino diceva che i demoni sono in grado di  “costruire, smuovere, spostare e rivoltare, in modo invisibile, molti oggetti visibili”.
(S. Agostino, De divinatione daemonum)

Quest’intuizione è però stata accompagnata da una metodologia di ricerca che si basa (quasi esclusivamente) sull’utilizzo dell’ipnosi e dell’ipnosi regressiva. Malanga sostiene che, in uno stato di ipnosi opportunamente indotto, una persona possa ricordarsi nei minimi dettagli eventi accaduti anche molti anni prima, senza inventarsi nulla e senza mentire. Sempre secondo Malanga, durante queste sedute di ipnosi, oltre al ricordo dell’incontro con tali entità, emergerebbe anche la parte più profonda della persona, da lui identificata con l’Anima. Con questa si potrebbe “dialogare” e la si potrebbe "interrogare" per ricavare determinate informazioni; i dati così recuperati non riguarderebbero però solo la "questione degli alieni”, ma anche la formazione dell’universo, la storia passata dell’umanità... e forse anche quella futura. Ed è a partire da tutti questi dati che Malanga ha formato le sue teorie, le quali ormai hanno la pretesa di spiegare un numero incredibile di questioni, che esulano dal "problema alieno", e che vanno dall'origine dell'umanità alla religione, dalla fisica quantistica alla Cabala ebraica.
Malanga sostiene inoltre che, durante un’ipnosi, possano parlare tramite l’ipnotizzato anche altri esseri - da lui definiti “parassiti” - che prenderebbero il controllo della persona, proprio come accade nei casi di possessione demoniaca. Ora c’è da chiedersi come si possa sempre distinguere un essere “parassita” (cioè un demone), che parla tramite la persona in ipnosi, e la persona stessa. Il ricercatore dice a tal proposito di aver preparato delle “domande di controllo”, da porre alla persona in trance; in base alle risposte ricevute si dovrebbe capire se si sta dialogando effettivamente con la persona (o con... la sua “anima”),
o se si sta parlando con un “parassita”.
Questo è appunto quanto sostiene Corado Malanga. Sinceramente però io non penso proprio che tramite un'ipnosi si possa "dialogare" con l'anima o addirittura con lo Spirito... qui Malanga deve aver confuso l' "incoscio" (quindi il sub-razionale) con qualcosa di superiore; deve aver confuso cioè l'ambito psichico (e, pergiunta, gli aspetti più bassi di quest'ultimo) con quello spirituale.
Penso anche che Malanga abbia peccato un po’ di ingenuità, ritenendo che tali “demoni” si comportino sempre allo stesso modo, e non trovino il modo di ingannarlo. È possibile che in tutto questo tempo non abbiano capito cosa si debba rispondere alle domande per farsi passare come “l’anima della persona”? Forse Malanga - da bravo scienziato - ignora i Testi Sacri, e non sa che il diavolo è “il più astuto di tutte le bestie
” (Gn 3,1) e che egli è “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44). Eppure, visto che egli stesso ammette di avere a che fare con qusti esseri "ocscuri", avrebbe dovuto quantomeno informarsi per sapere quanto a tal proposito viene detto dalle varie tradizioni.
Il mio sospetto è che dunque si sia fatto ingannare da tali entità, e che di conseguenza la maggior parte delle sue teorie siano come minimo di dubbia provenienza. Bisogna considerare anche che tutto ciò che Malanga dice deriva proprio dalle sedute d’ipnosi, che consistono nel far “scendere” il soggetto in stati tramortiti di coscienza, fino ad “esplorare” i meandri del subconscio e dell’inconscio. Questa “discesa in profondità”, che può essere considerata una sorta di "discesa negli inferi", fa letteralmente parte delle tecniche usate da Malanga, dato che la persona, durante una seduta, deve “visualizzare” se stessa mentre scende nelle viscere della terra con un ascensore.
In questi oscuri “bassifondi psichici”, che emergono in ipnosi, può veramente trovarsi di tutto, e c’è il rischio che la persona si trovi pesantemente condizionata da quelle che possono venir chiamate “influenze erranti”. In fondo le “procedure” di Malanga non sembrerebbero molto diverse da quelle di un “medium” o da quelle usate dai teosofisti per “canalizzare” le loro dottrine; con l’unica differenza che Malanga induce questi stati di coscienza (o incoscienza) su altri. E qui può essere curioso notare come questo ricercatore non ignori del tutto le teorie sataniche dei teosofisti, dato che le cita positivamente sia nel suo libro (Alieni o Demoni, pag. 154) che nelle varie conferenze. Inoltre Malanga sostiene che, in ipnosi, l' "Anima" dica di essere "una matrice di punti di luce" (Alieni o Demoni, pag. 34)... espressione che ricorda molto i "punti di luce" su cui fantasticava la teosofista (e satanista) Alice Bailey. 

Ora, visto che l’origine delle teorie è quantomeno oscura, è naturale che lo siano anche le teorie stesse. E non a caso, se le analizziamo, vediamo che queste teorie hanno tutta l’apparenza di essere uno gnosticismo con delle pretese di scientificità: tra ciò che sostiene Malanga e lo gnosticismo ci sono insomma fin troppe somiglianze, perchè la cosa non sia sospetta.
Tanto per fare qualche esempio:

1) Secondo lo gnosticismo, le religioni sono state create da demoni (chiamati arconti), mentre Malanga sostiene che esse siano state create da demoni/alieni ingannatori:

"Dallo studio delle  registrazioni delle ipnosi sembra emergere che l’Essere di Luce [un demone /"parassita alieno", ndJ] sia l’inventore delle religioni" (Alieni o Demoni, pag. 49)

E ancora:

"L’Anima, invece, ci teneva a differenziarsi  dagli Esseri di Luce, definendo questi ultimi “ombre” e “quelli che, per soggiogare l’uomo, hanno inventato la religione ed il senso di colpa”  (Alieni o Demoni, pag. 236).

In un suo articolo (sulla Genesi) si può leggere chiaramente:

"Gli Dei non esistono ma sono i nostri manipolatori" (Genesi [articolo], pag.36).

Malanga sostiene inoltre che chi oggi è abbastanza "evoluto spiritualmente" (???) odia tutte le religioni, ed in particolar modo quella Cattolica:

"In generale maschi e femmine addotti evoluti, i quali, per fortuna, sembrano la maggioranza, sono totalmente atei ed odiano la religione cattolica, ma non sanno bene perché." (Alieni o Demoni, pag. 67).

2) Lo gnosticismo (così come l’eresia catara) sostiene che il corpo umano sia stato creato dal diavolo; Malanga sostiene, in maniera del tutto simile, che esso sia stato creato da alieni malvagi:

"Gli alieni modificano la struttura del Neanderthal fino a creare un Chrò Magnon. Edattendono che anima ci finisca dentro." (Genesi [articolo],  pag. 5)

3) Nello gnosticismo il corpo umano è stato creato come “trappola” per l’anima umana; identica è l’opinione di Malanga:

"[Gli alieni] costruiscono l’uomo (noi). Non un uomo qualsiasi ma un uomo con un Dna in grado di rappresentare trappole per anime." (Genesi [articolo],  pag. 5)

4) Sia lo gnosticismo che Malanga sostengono che pochi esseri umani abbiano un’anima:

"...gli addotti [chi sostiene di avere incontri con alieni, ndJ] hanno in sè questa presenza [l'anima], mentre molti degli altri esseri umani ne sono privi" (Alieni o Demoni, pag 35)

5) Lo gnosticismo sostiene che le leggi morali, sociali e religiose provengano da demoni (arconti); allo stesso modo Malanga dice che esse provengono da alieni malvagi che (come gli arconoti dello gnosticismo) dominano sul mondo praticamente da sempre.

6) Secondo lo gnosticismo gli arconti impediscono all’uomo di ricongiungersi a quello che viene considerato il “vero dio”; Malanga sostiene che gli alieni tentino di impedire all’uomo di “evolversi”, di “prendere coscienza”.

7) Soprattutto secondo le visioni neo-gnostiche (teosofismo), l’uomo è in “evoluzione” e prima o poi vivrà in una “nuova era” (new age) dove sarà libero dalle religioni. Allo stesso modo Malanga sostiene che prima o poi l’uomo si libererà dagli alieni ingannatori e dalle religioni (da essi create), e secondo Malanga ciò avverrà, guarda caso, in prossimità del 2012.

8) Nello gnosticismo e nelle varie forme di neo-gnosticismo, l'uomo viene considerato come un dio, almeno in potenza. Della stessa opinione è Malanga che, già all'inizio del suo libro, afferma:

"Cominceremo a parlare degli alieni e finiremo per parlare di Dio, cioè dell'Uomo" (Alieni o Demoni, pag. 17).

Queste ed altre somiglianze (per fare un altro esempio: Malanga dice che il "vero dio" sia la Coscienza, che ricorda non poco la Sophia degli gnostici) fanno ipotizzare che Malanga abbia a che fare con entità che non gli suggeriscono nulla di positivo, mentre egli s’inganna di parlare “con l’anima dell’ipnotizzato”, “con il suo spirito” e simili. Se a questo aggiungiamo il fatto che Malanga propone la pratica di esericizi pseudo-spirituali, con i quali è possibile "liberarsi dagli alieni" ed "evolvere la propria coscienza" (!!), la cosa assume a mio avviso tratti ancor più inquietanti. Credo che sia una persona in buona fede e che gli manchino totalmente certe conoscenze “tradizionali” perchè possa capire cosa stia realmente facendo. Questo però non cambia il fatto che nel suo operato ci sia qualcosa di molto oscuro e che con il suo lavoro rischi, troppo seriamente, di favorire le forze della dissoluzione.

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22 dicembre 2010

Maschera e volto del WWF



La missione del WWF è costruire un mondo in cui l’uomo possa vivere in armonia con la natura.
[...]
La crescita economica, materiale, quantitativa delle popolazioni umane ha un costo per la natura e per ciascuno di noi: le attività dell’uomo hanno superato i limiti di sopportazione del nostro pianeta.
 Il WWF nasce ufficialmente l’11 settembre 1961 come un’organizzazione a tutela della natura e della fauna selvatica. Secondo gli appartenenti all’organizzazione, le attività umane hanno un forte impatto sull’ambiente, e sono la causa dell’alterazione del clima e di altre modificazioni dell’ecosistema.
Fin qui non ci sarebbe molto da ridire...tralasciando il fatto che tutt’ora mancano completamente le prove che il surriscaldamento globale sia causato dall’inquinamento. Un  innalzamento delle temperature può infatti essere “fisiologico” nel corso del tempo, così come possono rientrare nella normalità periodi in cui la temperatura media diminuisca notevolmente.
Ciò che invece lascia più perplessi è come quest’organizzazione sia sostenuta da petrolieri, grandi imprenditori, membri del gruppo Bilderberg e simili. Basti pensare che uno dei principali fondatori del WWF , e presidente dal 1981 al 1996, fu Filippo di Edimburgo, noto membro della massoneria inglese che per diverso tempo aspirò alla carica di Gran Maestro della Gran Loggi d’Inghilterra (la carica andò poi al Duca di Kent).

Gi altri presidenti dell’organizzazione sono stati:
1961-1976 Bernhard van Lippe-Biesterfeld: presidente del Gruppo Bilderberg
1976-1981 John H Loudon: petroliere, a capo della  Royal Dutch Shell
1981-1996 Filippo di Edimburgo: alto dignitario della massoneria inglese
1996-1999: Syed Babar Ali: imprenditore, ex ministro delle finanze del Pakistan
2000-2000: Ruud Lubbers: primo ministro olandese, membro del gruppo Bilderberg
2000-2001: Sara Morrison
2002-in carica: Emeka Anyaoku

Come accennato prima, il WWF sostiene che le attività umane non debbano alterare i ritmi della natura, ma svolgersi in armonia con la Terra. Il rapido aumento della popolazione mondiale, in quest’ottica, costituirebbe una delle principali cause della rottura degli equilibri naturali; un aumento ulteriore degli abitanti metterebbe in serio pericolo l’esistenza stessa della flora e della fauna sul pianeta, oltre ad aggravare il problema della scarsità delle risorse.
Fortunatamente per noi, chi è a capo del WWF ha pensato ad una soluzione: se il problema è la sovrappopolazione, per salvare la natura basterà...decimare la popolazione.

Il già citato Filippo di Edimburgo (il consorte della Regina Elisabetta II), nel suo libro del 1986, intitolato If I where a Animal, scrive:
vorrei essere reincarnato in un animale la cui specie è in via di estinzione. Quale sarebbe il suo sentimento verso la specie umana che gli sta negando di esistere....Devo confessarlo, sarei tentato di essere reincarnato in un virus particolarmente mortale

Tanto per mantenere fino in fondo la coerenza, in un’intervista per un giornale tedesco affermò:
"Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare sottoforma di un virus mortale, in modo da poter contribuire in qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione".
E ancora:
Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l’eliminazione per mantenere l’equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat. Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l’umanità è parte del mondo vivente".
In altre parole, secondo questi signori, è augurabile uno sterminio di massa per preservare la natura, che a questo punto viene innalzata quasi a divinità e messa sopra a qualunque autentico valore.

18 dicembre 2010

Il Prete Gianni in un poema cavalleresco




Per la comprensione di questo articolo consiglio la lettura del post precedente


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A casa ho un vecchio libro, del 1933, intitolato. È un poema epico cavalleresco, scritto (tutto in rime) da un certo di Messina.
Il libro non è molto conosciuto, e del baffuto autore so molto poco; su internet ho trovato solo questa pagina che lo riguarda…a quanto pare il suo non è stato un libro di grande successo, anche se comunque la qualità dello scritto mi sembra notevole.
A dire il vero non ho ancora finito di leggere il libro; l'altro giorno però, mentre lo sfogliavo, mi è caduto l'occhio su due parole:
                              
                                          Prete  Gianni

Sono tornato così indietro fino a leggere i primi versi che si riferiscono a questo personaggio. Tra i versi è descritta la storia di un cavaliere, di nome Guerino, che dopo alcune peripezie riesce a raggiungere il regno del Prete Gianni. Ciò che mi ha stupito è quello che l'autore dice del Prete Gianni: questi viene infatti presentato come re e sacerdote (anzi, come “sommo Sacerdote”) a capo di un gruppo di altri 12 sacerdoti. Esattamente quanto riferito dal Guénon. Inoltre la città del Prete Gianni viene qui chiamata Terra della Verità. Questo sarebbe perfettamente coerente con la leggenda (secondo la quale gli abitanti di quel paese non conoscono la menzogna) ma anche col fatto che, sempre secondo Guénon, il centro capeggiato dal “Re del Mondo” conserverebbe integralmente il sapere tradizionale…e dunque la Verità. Ora, Guénon ha pubblicato il suo lavoro sul Re del Mondo nel 1927, mentre il poema è di qualche anno più tardo, quindi il poeta potrebbe aver tratto dall’autore francese queste informazioni. In altri punti del poema però mi sembra di scorgere tracce di un linguaggio simbolico…e mi è venuto il dubbio che il siciliano potesse avere delle sue precise conoscenze; magari in futuro tornerò su questo punto. Intanto scrivo qui i versi che riguardano il Prete Gianni, con qualche comento.


Canto Diciottesiomo

36
"...Per attestar che sia la cosa vera,
Che detta abbiamo, qui chiamar si fa,
Questa ricca città, fin dov'impera
Vita, la terra della Verità"

[...]

41
Sulla sedia suddetta era seduto
In manto ricco il più sacerdotale
Un vecchio venerando mai veduto
In bianco pelo giù spoglia mortale.
Sul di lui capo, già tutto canuto,                              
Pura maestà rendea mitria papale,                       
Ed altre sedie, sei di marmo bianco                             
A mezza luna a guisa di ogni fianco.                     
                                                                              
[Il Prete Gianni è re (pura maestà) e Sacerdote (mitria papale); più avanti lo si chiamerà "sommo Sacerdote". A ciascuno dei suoi fianchi ci sono sei  sacerdoti ("minori", come viene detto dopo), per un totale di dodici]


42
Sacerdoti altrettanti su queste erno
Assisi e sul cappello loro scritte
Queste parole ad onta dell'inferno,
Ricamate di gioie preziose e fitte:
Uomo, se non vorrai per tempo eterno
Il tuo lasciare, osserva a voglie dritte
Prudenza, Fede, Carità, Speranza
E Giustizia e Fortezza e Temperanza!

[Sul copricapo sono scritte, "ad onta dell'inferno", le virtù cardinali - Prudenza, Giustizia Fortezza e Temperanza - e le virtù teologali - Fede, Carità e Speranza -]

43
Al di sopra del sommo Sacerdote,                         
Piena la Croce sacra si vedea,
E dietro il trono di cotanta dote
Una pianta di vite vi si ergea
Che per tutta la sala a doppie ruote                      
Pomposi i suoi rami d'oro spandea                        
E più grappoli d'uva di gioielli                               
Fatti sì che parevon proprio quelli.                     
                                                                                                                                                          
[La vite ha una grande importanza simbolica e non a caso dall'uva deriva il vino, che viene usato nell'Eucarstia. Si può notare anche che, secondo la Genesi,  Melchisedek, nel suo sacerdozio, offre pane e vino (Gen14,18). Si veda il post precedente per il paragone tra questo personaggio biblico e il Prete Gianni]

[...]

47
Guerino, nel mirar siffatte cose,
Rimase così pien di meraviglia;
Qual chi sogna del ciel siffatte le più gioiose
Scene e non sa se dorme o  pur se viglia
Tre volte si prostrò pria che si espose,
Tenendo sempre fitte al suol le ciglia,
Gettato ai piè del sommo Sacerdote
Che di Mosè tenea le sante gote.

48
Il Prete Gianni, tre volte dicendo,
A media voce: Miseremini miei,
La benedizion gli diè, facendo
Cenno di terra alzarlo alcun di quei
Sacerdoti minori; rimovendo
Sì verso l'eroe: Dimmi chi sei?
A che giungesti in questo santo suolo?
Qual è la tua terra? Di chi sei figliolo?

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La leggenda del Prete Gianni e il Re del Mondo

17 dicembre 2010

La leggenda del Prete Gianni e il Re del Mondo


Avverto (entrambi) i lettori del blog che il post di oggi serve come premessa al prossimo articolo, nel quale parlerò di qualcosa che ho scoperto da poco.
La premessa che faccio qui è sufficiente per comprendere pienamente il prossimo post, tuttavia a chi volesse approfondire ulteriormente l'argomento consiglio la lettura del libro "Il re del Mondo" di René Guénon.
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La leggenda del Prete Gianni cominciò nell'anno 1165, quando una misteriosa lettera pervenne all'imperatore di Bisanzio Manuele I Comneno. La missiva era stata scritta da un personaggio che si presentava come "Giovanni Presbitero, grazie all'Onnipotenza di Dio, Re dei Re e Sovrano dei sovrani". Sempre nella lettera, il mittente avrebbe sostenuto di essere re e sacerdote di un regno situato vicino all'India, dove vigeva sempre la pace, le persone vivevano felici e non conoscevano la menzogna; a detta del Prete Gianni, inoltre, nel suo regno "la terra stilla miele ed è ricolma di latte" e "non v'è scorpione nè serpente che strisci sull'erba; gli animali velenosi non possono entrarvi nè fare male ad alcuno".

Di questa particolare lettera vennero a conoscenza, tramite degli ambasciatori, il Papa e l'imperatore (Barbarossa), ma di fatto non se ne fece nulla, e del Prete Gianni si persero le tracce. In seguito però Marco Polo accennò al Prete Gianni nel suo libro, "il Milione", affermando che "di sua grandezza favella tutto 'l mondo" e descrivendo il suo regno come un luogo fantastico, prospero e pieno d'ogni ricchezza. Altri erano invece pronti a giurare che questo regno custodisse il Santo Graal, o che addirittura lì si trovassero la fonte dell'eterna giovinezza ed il Paradiso Terrestre.
Siamo qui di fronte a racconti dove gli elementi storici si mischiano col mito e la leggenda;
dove a volte i fatti narrati possono assumere sia un valore letterale che un valore simbolico.
René Guénon nel suo libro "Il re del Mondo" prende in esame, tra gli altri, anche questo personaggio leggendario e lo accosta alla figura biblica di Melchisedek, suggerendo come infondo questi due personaggi possano rappresentare simbolicamente la stessa cosa. Anche Melchisedek infatti è sia re che sacerdote, poiché, stando alla Scrittura, egli è contemporaneamente "re di Salem" e "sacerdote di Dio altissimo" (Gn 14:18).

Il Prete Gianni è inoltre re dei re "grazie all'Onnipotenza di Dio"; quindi la sua figura è caratterizzata da una grandissima autorevolezza, che viene direttamente da Dio. Allo stesso modo Melchisedek è "sacerdote di Dio altissimo" e secondo San Paolo è addirittura superiore ad Abramo ed è "reso simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno".
René Guénon sostiene inoltrte che questa figura, che possiamo chiamare "Re del Mondo", non designa tanto un individuo in particolare, poiché costituisce prima di tutto un principio. Questo principio si può poi manifestare in un determinato "centro" tradizionale e può essere effettivamente rappresentato da una persona:

"Tale principio può essere manifestato da un centro spirituale stabilito nel mondo terrestre,  da un'organizzazione incaricata di conservare integralmente il deposito della tradizione sacra, di origine «non umana» per mezzo della quale la sapienza primordiale si comunica attraverso le epoche a coloro che sono in grado di riceverla. Il capo di tale organizzazione, in quanto rappresenta Manu stesso [questo principio] potrà legittimamente portarne il titolo [di Re del Mondo] e gli attributi; inoltre, dato il grado di conoscenza che deve aver raggiunto per esercitare la sua funzione, si identifica realmente col principio di cui è in un certo modo l'espressione umana".
(René Gueénon, Il Re del Mondo)

Sempre secondo Guénon, il vertice di questa organizazione deve essere composto da altri dodici membri, dal momento che questo numero lo si ritrova costantemente in moltissimi centri tradizionali: si pensi ai dodici Apostoli, ai dodici cavalieri della tavola rotonda, ai dodici paladini conti di Carlo Magno, o ai dodici membri del consiglio circolare del Dalai Lama.

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Continua:

16 dicembre 2010

Sul potere occulto

Di René Guénon

È questa per noi una nuova occasione per ritornare su alcuni punti di questo problema, così complesso e così controverso, del Potere Occulto, sul quale l’ultima parola non è stata detta e forse non lo sarà  per lungo tempo ancora…
E’ necessario dire che esistono dei “poteri occulti”  di ordini differenti, esercitanti la loro azione in domini ben distinti, attraverso i mezzi appropriati ai loro fini rispettivi, e ciascuno dei quali può avere i suoi Superiori Sconosciuti.
Così un “potere occulto”di ordine politico e finanziario non dovrà essere confuso con un “potere occulto” di ordine puramente iniziatico ed è facile comprendere che i capi di quest’ultimo non si interessino affatto alle questioni politiche sociali in quanto tali: essi potranno addirittura avere una assai mediocre considerazione di coloro che si consacrano a questo genere di attività…
Un altro punto da tenere presente è che i Superiori Incogniti, di qualunque ordine siano e qualunque sia il campo in cui vogliono agire, non cercano mai di creare dei “movimenti”, secondo un’espressione che oggi è molto alla moda: essi creano solamente degli “stati d’animo, il che è assai più efficace…
È incontestabile, anche se alcuni si dichiarano incapaci di comprenderlo,  che la mentalità degli individui e delle collettività può essere modificata da un insieme sistematico di suggestioni appropriate; in fondo, l’educazione stessa non è altro che questo, e non c’è qui nessun “occultismo”
Del resto non si dovrebbe dubitare che una simile facoltà di suggestione possa essere esercitata [..] da uomini “in carne ed ossa”, quando si vede, per esempio, una folla intera suggestionata da un semplice “fachiro”, che d’altronde non è che un iniziato dell’ordine più inferiore…
Questo potere di suggestione non è dovuto, tutto sommato, che allo sviluppo di certe facoltà speciali;  quando esso si applica solo al dominio sociale e si esercita sull’ “opinione”, è soprattutto questione di psicologia: uno “stato d’animo” determinato richiede delle condizioni favorevoli per stabilirsi e bisogna  sapere o approfittare di queste condizioni favorevoli, se esistono già, o provocarne la realizzazione.
E’ forse questo il pericolo più grave, soprattutto se  i Superiori Sconosciuti sanno, come è il caso di ammettere, modificare questa realtà collettiva che si chiama “opinione”; è un lavoro di tal genere che venne effettuato nel corso del XVIII secolo e che condusse alla “Rivoluzione” e, quando questa scoppiò,  i Superiori Sconosciuti non ebbero più bisogno di intervenire; l’azione dei loro agenti subalterni era pienamente sufficiente. 

Di René Guénon. 
Da "Riflessioni a proposito del Potere Occulto", articolo del 1914 per "La France Antimaçonique", presente oggi nella raccolta di articoli dell'autore initolata "La Tradizione e le tradizioni", 2003 Edizioni Mediterranee.

15 dicembre 2010

Le "rivelazioni" di Wikileaks


È ormai da diverse settimane che fa scalpore la "questione Wikileaks". Abilissimi aker sono riusciti ad eludere le difese informatiche dei servizi segreti statunitensi. Dati che dovrebbero rimanere segreti vengono mostrati al mondo. Grandissime e sconcertanti rivelazioni fanno tremare i potenti del globo...o almeno questo è quanto viene detto in televisione. Se però diamo un'occhiata a queste notizie, notiamo come la maggior parte delle "incredibili rivelazioni del secolo" sono cose che erano già note e si potevano trovare in qualunque quotidiano. Bene che vada queste segretissime notizie sembrano ritagliate da qualche giornale; male che vada sembrano barzellette da cabaret che non fanno ridere.
Ecco alcune delle "rivelazioni":

- L'Iran ha ottenuto missili dalla Corea del Nord (notizia)
- L'Arabia Saudita è alleata con Israele (notizia)
- L'ambasciatore Georgiano sospetta che Berlusconi prenda tangenti sul gas russo (notizia)
- Berlusconi organizza festini (notizia)
- In Vaticano padre Lombardi utilizza il Black Berry (notizia)
- Frattini vuole promuovere la produzione di olio d'oliva in Afghanistan (notizia)

Ora c'è da chiedersi per quale motivo i media abbiano tanto insistito per fare apparire, da una parte queste notizie come delle sconcertanti rivelazioni, e dall'altra Assange come un paladino della libertà.

14 dicembre 2010

L'uccisione del serpente


Apollo uccide il serpente Pitone
La figura del serpente è spesso (anche se non sempre) intesa come un simbolo del male. Per questo motivo di frequente, nelle tradizioni antiche, troviamo contrapposto ad esso un simbolo positivo (un dio, un angelo, un santo) che lotta contro il rettile e lo uccide

Nella mitologia greca Apollo, divinità solare, uccide con il suo arco il terribile serpente Pitone, vicino ad una grotta dove il rettile si nascondeva. Similmente, nella tradizione Vedica il dio Indra con il suo fulmine sconfigge l'asura Vritra (rappresentato come un enorme serpente o come un dragone).

Nella tradizione cristiana - dove il serpente non è un semplice e generico “male”, ma è satana, cioè colui che vorrebbe opporsi a Dio - la lotta con il rettile e la sua uccisione ricorrono più volte: nei Testi Sacri, nelle varie leggende e nell’iconografia. Nella battaglia contro satana - "il serpente antico" - ha una grande importanza l'Arcangelo Michele:


Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.” 
(Ap 12,7-9)

È  nota anche la leggenda di San Giorgio che, sconfiggendo il drago con la sua lancia, libera la città di Selem e i suoi abitanti dall’oppressione del mostro.


13 dicembre 2010

Considerazioni sul Medioevo



Secondo la visione storica che oggi viene comunemente accettata, il Medioevo è stato un periodo oscuro e dominato dall'ignoranza. Questo concetto è ben radicato nella nostra società, e lo stesso termine "medioevo" è stato concepito con un'accezione negativa, se non fortemente dispregiativa. Questa "età di mezzo" viene vista infatti come un'epoca decisamente buia, quasi un "errore di percorso" (che sarebbe durato oltre un millennio), situato tra due epoche "positive": il periodo greco-romano e l' "età moderna". Questo punto di vista è però tutt'alto che lucido, e prende in considerazione solo aspetti materiali, economici o "tecnologici". Anche quando vengono esaminati gli aspetti culturali, ci si sofferma soprattutto su quelli "profani", tralasciando per lo più quanto abbia a che fare con il Sacro... ma d'altronde un atteggiamento diverso svilirebbe la tanto amata "dea ragione".
Esiste in realtà un'altra visione del medioevo, altrettanto distorta; essa è più recente ed è solo apparentemente opposta alla prima. Consiste nel pensare quest'epoca sempre come "irrazionale", ma in un senso che si vorrebbe positivo: nasce così un medioevo, popolato di maghi e folletti, streghe che volano su manici di scopa e castelli infestati da fantasmi. Una concezione, derivata per lo più dal "romanticismo", che risulta decisamente grottesca - e che ovviamente ha poche pretese di "storicità" -, ma che purtroppo è egualmente presente nell'immaginario collettivo.

La credenza che il medioevo sia stato un periodo "oscuro" deriva invece dalle idee dell'umanesimo e dell'illuminismo.
Entrambe queste "correnti di pensiero" contribuirono a demolire il mondo tradizionale, che era basato sui princìpi superiori. Fu infatti grazie ad esse che la concezione teocentrica medievale fu sostituta con una concezione antropocentrica, e sempre grazie ad esse gli autentici dogmi -ispirati ai principi divini- vennero sostituiti con altri dogmi. Erano però "dogmi umani", o meglio falsi dogmi, come quelli  della "democrazia" o della "laicità" che, da un certo momento in poi, sarebbero diventati incontestabili.
Il "vecchio" modo di pensare fu dunque accusato di essere "restrittivo" per l'uomo o per la "dea ragione". Inoltre, mano a mano che ci si allontanava dal medioevo - sia nel tempo, che nella mentalità -, invece di percepire tutto questo come una decadenza, si inneggiava al "progresso" e all' "evoluzione".
In questo modo oggi i "moderni" ritengono di poter guardare dall'alto verso il basso chi li ha preceduti ed aveva perciò una "mentalità da medioevo".

Bisogna anche notare che (solitamente) si disprezza del medioevo proprio quanto ci fu di positivo, come ad esempio  la struttura della società.
Quella medievale era infatti una società veramente basata sulla religione e da ciò derivava una concezione "sacrale" di quasi ogni azione, anche della "vita quotidiana"; ma derivava anche un certo "ordine", intrinseco alla comunità stessa. Ciascuno aveva il suo ruolo, sia all'interno della famiglia, che complessivamente all'interno della società. Quest'ultima era organizzata in classi determinate (oratores, bellatores, laboratores)  e difficilmente ci sarebbe stato spazio per "idee rivoluzionarie", oppure per "movimenti" che propagandassero la distruzione di quest'ordine.

Soprattutto, però, si deve tener presente come per un uomo del medioevo non potesse essere messa in discussione la religione, che costituiva veramente un punto fermo, incrollabile, della società. Il "relativismo", tanto caro a certi nostri contemporanei - e che costituisce forse un altro "falso dogma" moderno -, era del tutto impensabile; così come era impensabile che qualcuno potesse creare "religioni fai da te" o che sorgesse qualcosa di simile alle "religioni ambientaliste" che si stanno diffondendo oggi. E ritengo che fosse così non tanto "per paura dell'inquisizione", ma perché effettivamente certi valori, certi principi, venivano giustamente considerati come assoluti.
Il Medioevo è stato dunque tutt'altro che un periodo buio o dominato dall'ignoranza. Se l'opinione oggi prevalente afferma il contrario, questo dipende solo dalla mal comprensione; mal comprensione di una società che, sotto certi aspetti, era nettamente superiore alla nostra.