22 settembre 2011

Rosacroce e Gesuiti


Premessa

Nell'ambito delle teorie del complotto sembra avere un discreto successo la tesi secondo la quale l'ordine dei gesuiti sarebbe a capo del "governo occulto", con lo scopo di instaurare un Nuovo Ordine Mondiale. Già avevo avuto occasione di analizzare una teoria abbastanza simile, che accusa invece il cattolicesimo di essere una religione "satanica", al vertice della cospirazione globale (rimando quindi a Il Vaticano tra complotti e Babilonie). Il "filone gesuita", molto in voga sia tra i movimenti anticristiani che tra le sette protestanti, a mio parere non è molto più fondato da un punto di vista storico; inoltre le pretese "prove" che vengono mostrate sono molto spesso ridicole, e non possono essere prese sul serio: mi riferisco in particolar modo a certe citazioni, che vengono tratte da discorsi di alcuni personaggi (tra i quali troviamo anche Napoleone Bonaparte) che furono noti massoni e anticattolici.

A volte viene giustamente detto che Weisshaupt, il fondatore degli Illuminati di Baviera, da giovane fu istruito dai gesuiti. Questa informazione è esatta, ma perchè quando viene riportata non viene detto anche che Weisshaupt alimentò in seguito un vero e proprio odio nei confronti della Compagnia di Gesù e della religione cattolica, tanto da dare un'impostazione fortemente antireligiosa al suo nuovo ordine? Se invece si vuole andare un po' più in fondo alla faccenda, si arriverà anche alla conclusione che l'ordine dei gesuiti fu il primo ad opporsi a certi movimenti occultistici seicenteschi, che tra gli scopi avevano proprio l'edificazione di quello che oggi chiameremmo "Nuovo Ordine Mondiale", e che già allora cominciavano a diffondere certe voci su un imminente "risveglio spirituale".



Rosacroce, riforme e nuova era

 Johann Valentin Andreae,
pastore protestante ed
autore delle "Nozze chimiche". 
Nei primi decenni del XVII secolo si diffusero per l'Europa (soprattutto in Germania e in Francia) diversi scritti dal carattere più o meno esoterico, i cui autori, inizialmente anonimi, sostenevano di appartenere ad una società segreta, denominata "Rosa Croce" (anche se il nome di questa società appariva più spesso siglato R. C.). Non è comunque molto facile stabilire se questa società sia stato il risultato di una degenerescenza di qualche organizzazione iniziatica medievale, o se essa sia stata creata in tempi più recenti e abbia semplicemente fatto propri (per non dire "usurpato") certi simboli provenienti dall'ermetismo cristiano. Fatto sta che la società che comparve agli inizi del '600 con il nome di "Rosa Croce" era fortemente deviata e mossa da un certo interesse per l'occultismo e la magia. Tra i suoi obbiettivi principali c'erano anche quelli di costruire un "nuovo mondo", e di portare un grande rinnovamento spirituale. Questo rinnovamento, a detta dei Rosa Croce, doveva passare per l'eliminazione della Chiesa Cattolica e dei "papisti ingannatori"; essi, già nei loro primi manifesti, profetizzavano infatti "il giorno in cui le bocche di quelle serpi saran tappate e il Triregno [la tiara papale, ndJ] rovinerà" (Confessio Fraternitatis, 1615). L'intero mondo doveva essere riformato, da un punto di vista sociale, politico e religioso; anzi, negli scritti Rosacrociani si parla addirittura di "Riforma universale e generale dell'intero universo".

Questo spirito di riforma, che animava la setta dei Rosa Croce, ha le sue origini nel movimento protestante, e non è certo un caso se diversi membri della società segreta erano contemporaneamente anche pastori e teologi luterani. Il caso più eclatante è forse quello di Johann Valentin Andreae, il quale nella sua autobiografia ammise a chiare lettere di avere avuto un ruolo di rilievo nella faccenda dei Rosacroce e di essere stato l'autore delle "Nozze chimiche di Christian Rosencreutz", pubblicate a Strasburgo nel 1616. La misteriosa confraternita condivideva dunque con il luteranesimo (e, diciamolo pure, con la maggior parte dei movimenti spiritualistici) uno stato di "perenne millenarismo", in base al quale in ogni momento si attendeva la fine del mondo e l'avvento di una nuova era, caratterizzata da un rinnovamento spirituale. (In tutto questo non si può evitare di notare l'esistenza di qualche analogia con la moderna new age)

L'opposizione dei Gesuiti

Già nel primo documento pubblicato dai Rosacrociani (nell'anno 1614) comparivano delle pesanti accuse rivolte ai Gesuiti, i quali avrebbero ingiustamente fatto arrestare e imprigionare un certo Adam Haselmeyer. Questi era stato denunciato (secondo i Rosacroce) per aver ricevuto e letto un manoscritto del 1610 della Fama Fraternitatis, e di aver risposto ai membri della confraternita con una lettera nella quale egli  profetizza la venuta di un "tempo dell'impero dello Spirito Santo", la caduta del clero cattolico, del papa e di tutta la sua "cavalleria babilonese", identificata con i gesuiti.  Il tempo dello Spirito Santo di cui parlava Adam Haselmeyer, o chi  per lui, non era altro in fondo che la "nuova era"; infatti venivano qui riprese le terminologie di Gioacchino da Fiore, secondo il quale la nuova era dello Spirito Santo avrebbe superato le precedenti ere "del Padre" e "del Figlio", coincidenti rispettivamente con il periodo vetero-testamentario (quindi con la religione ebraica) e con quello del Nuovo Testamento (dunque con la religione cattolica), portando un grande rinnovamento spirituale.  

Comunque sia, da parte della Compagnia di Gesù ci fu realmente una certa opposizione nei confronti dei Rosacroce, sebbene essa sia attestata con certezza solo qualche anno più avanti.
In particolare padre François Garasse derideva i Rosacrociani, chiamandoli "i Fratelli ubriaconi", e dichiarando che non ci sarebbe stato "supplizio bastevole" nel caso in cui essi fossero stati riconosciuti "colpevoli, malvagi e messi agli arresti per stregoneria, cialtroneria e complotto pregiudizievole alla religione, agli Stati e ai buoni costumi".

Anche il gesuita Jacques Gaultier denunciava, piuttosto aspramente, quella "setta segreta in voga da qualche anno in Germania, ancora poco conosciuta per il fatto che i suoi accoliti seminano di nascosto il veleno, prendendo accurate precauzioni per non farsi scoprire".
Commentava inoltre le opere Rosacrociane dicendo:
"Tutte queste affermazioni, alcune enigmatiche, altre temerarie, alcune eretiche, altre sospette di stregoneria, ci fanno supporre che la sedicente confraternita non sia così antica come vuol far credere, che anzi sia una giovane ramificazione del Luteranesimo, contaminato per opera di satana da empirismo e magia, al fine di ingannare più facilmente gli animi volubili e curiosi.". Da tutto ciò si può dedurre come gli appartenenti alla società segreta avessero il dente avvelenato coi Gesuiti, e come a loro volta i Gesuiti non perdessero occasione per accusare la confraternita di eresia, o di essere pericolosa per l'integrità degli Stati e della religione. Ma ad ogni modo, al di là dei singoli scontri che possono esserci stati tra queste due fazioni, alla base rimane prima di tutto una differenza di carattere dottrinale. Mentre i Gesuiti, in questo contesto, potevano essere considerati i rappresentanti della tradizione, i Rosacrociani erano gli esponenti dello spirito moderno e riformista che, almenno in parte, avrebbe preparato il terreno al pensiero illuminista e alle rivoluzioni del XVIII secolo.


Conclusione

In generale, ci sono anche altri elementi che lasciano dubitare della veridicità di tutto il "filone gesuita"... come ad esempio il fatto che questa teoria inizialmente sia stata portata a galla da un romanzo di Eugène Sue ("L'ebreo errante"), i cui fini forse non erano del tutto così limpidi. I dati riportati in questo breve articolo dovrebbero però cominciare a fare riflettere chi crede realmente che i Gesuiti siano i principali fautori del nuovo ordine mondiale...se non altro perchè certi "piani" hanno un origine ben più antica e perchè la Compagnia di Gesù si oppose realmente ai primi tentativi di diffusione di determinate idee.

[Nota bibliografica: Per quanto riguarda le fonti utilizzate, oltre agli scritti Rosacrociani come la Fama Fraternitatis, si può vedere Storia dei Rosa Croce, di Paul Arnold. Si tratta di uno testo documentato in maniera quasi maniacale, ed è sicuramente uno dei libri più seri scritti sull'argomento. L'edizione che ho consultato è quella del 1989 (Gruppo Editoriale Fabbri) e le citazioni dei padri gesuiti che si opposero alla setta dei Rosa Croce si trovano più precisamente nelle pp. 22-24]

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