8 febbraio 2011

Sulle religioni "femminili"



È noto come anticamente, presso i popoli mediterranei, fossero diffusi culti legati alla fertilità e ai cicli della natura. Tali culti avevano come figura centrale la Magna Mater  (Grande Madre); essa veniva venerata perché la terra portasse abbondanza di frutti e perché fosse propiziata la gravidanza nelle donne. Si trattava di religioni evidentemente "femminili", cosa che è ampiamente dimostrata anche dai simboli che venivano utilizzati (basti pensare alle tante statuette raffiguranti le cosiddette "veneri").
Si cadrebbe a mio avviso in errore, però, se questi culti venissero considerati come i più antichi o se si pensasse ad essi come a dei riti "superiori". Al contrario, è molto più probabile che si trattasse di culti deviati, che si avvicinavano più all'idolatria che ad un'autentica spiritualità. Il fatto stesso che si venerassero forze legate alla terra (che sotto certi aseptti ha un carattere "femmilile") è una conferma di come tali religioni fossero in realtà poco "celesti"; un'altra conferma la si ritrova notando come queste divinità femminili fossero invocate per chiedere un'abbondanza molto più "materiale" che "spirituale".

Secondo una certa visione "storica" (forse poco "accademica") tali culti erano diffusi prevalentemente fra le stirpi mediterranee autoctone, e furono successivamente sostituiti dalle religioni (superiori) dei popoli indo-europei, una volta che questi si stabilirono nel bacino del Mediterraneo. Il fatto che le genti indo-europee abbiano sottomesso le popolazioni locali è in realtà abbastanza assodato: l'esempio storico più illuminante è dato dalla  sottomissione degli Iloti (popolazione greca "autoctona") da parte degli Spartiati (che erano Dori, e dunque indo-europei); da quel momento in poi gli Iloti avrebbero costituito la classe servile, con il compito di coltivare la terra per i nobili di Sparta.

Per quanto riguarda la religione, la questione è forse un po' più complessa. Secondo la teoria a cui mi riferivo poco fa, gli indo-europei (venuti dal nord) portarono nel Mediterraneo le loro credenze religiose, e vi sarebbe conferma di ciò in un mito riferito da Plutarco; esso racconta che delle aquile partirono "dall'estremità della terra" e arrivarono fino
in Grecia.
"C’è una storia [...] in cui si narra che delle aquile (oppure dei cigni) siano partite dai limiti estremi della terra e dirette al suo centro, si ritrovarono nello stesso posto, a Pito, dov'è il cosiddetto « ombelico »"
Plutarco, Dialoghi Delfici
L' “ombelico” di cui si parla qui è l’Omphalos di Delfi, considerato dai greci il centro del mondo e avente una grandissima importanza religiosa. L'aquila, d'altra parte, è uno degli animali "olimpici" per eccellenza, ed era considerata sacra a Zeus.
L'interpretazione di questo mito porterebbe a dire quindi che vi fu una discesa dal nord sia dei popoli che della loro religione; quest’ultima era nettamente superiore ai  culti "autoctoni". Non a caso questi popoli diedero in seguito vita a delle civiltà con una struttura "patriarcale", come si addice ad ogni civiltà veramente tradizionale (si sospetta che i popoli precedenti avessero invece una struttura "matriarcale").
Una volta avvenuto questo "cambio di guardia", però, i culti femminili non scomparvero del tutto. A volte si integrano nella religione "ufficiale" (come nel caso della dea Demetra, il cui nome sembra che significhi proprio “madre terra”); altre volte sopravvissero, nel corso dei secoli, in maniera "parallela" ed anche occulta rispetto alle religioni “ortodosse”. È questo, ad esempio, il caso della “Sophia” delle sette gnostiche che, secondo gli appartenenti a tali correnti deviate, faceva addirittura parte della trinità “al posto” dello Spirito Santo. Sophia era inoltre un “eone” che portava la "conoscenza" (gnosis) e la  "saggezza" (sophia, appunto) con le quali l’uomo poteva liberarsi dal dominio di Dio, che gli gnostici consideravano come un demiurgo "oppressivo".

Nella Bibbia i culti di queste divinità femminili sono particolarmente disprezzati : essi vengono equiparati all’idolatria o addirittura all'adorazione dei demoni. In particolare, nell'Antico Testamento, si trovano alcuni riferimenti alla divinità mesopotamica Astarte, la cui venerazione è duramente condannata come blasfema.
(Questa dea è conosciuta anche come Ashtar, Astarotte, Astartu; è associata a Venere nei suoi aspetti inferiori, anche perché al suo culto era legata la pratica della "prostituzione sacra". È curioso notare come uno degli idoli della new age sia un “alieno” di nome Ashtar Sheran. È, a mio parere, l’ennesima conferma della natura letteralmente "satanica" di questa pseudo-religione... qualora di conferme non ce ne fossero abbastanza).

Al giorno d'oggi sembra che questi culti femminili stiano riemergendo, anche se in forme apparentemente diverse. Da una parte ci sono i tanti "fanatici della Nuova Era" che attendono un'epoca caratterizzata dalla "spiritualità femminile" dell'era dell'acquario. Tra questi c’è chi parla anche di “nuovo eone”, utilizzando una terminologia che deriva per lo più dallo gnosticismo, e c’è anche chi parla del ritorno dell’umanità ad una “società di tipo matriarcale”. Dall'altra ci sono i moltissimi "movimenti" ambientalisti ed ecologisti che, sotto una maschera di buonismo, nascondono delle pseudo-religioni dove la natura è venerata come una divinità. Tra l'altro, analizzando tutti questi movimenti, si nota come essi si distinguano per la grande importanza che viene data al “sentimentalismo”. Bisogna considerare che il sentimentalismo è qualcosa che sta ben al di sotto della ragione e della razionalità, sebbene certi credano che sia qualcosa di superiore... o pensino addirittura che sia qualcosa da “esaltare”.

Un po' di sfuggita, aggiungo anche che queste religioni ambientaliste e neo-pagane incitano spesso al "vegetarianesimo". Penso che esso, specie se considerato nelle sue forme più estreme, nasconda qualcosa di molto pericoloso. É senza dubbio palese il fatto che questo vegetarianesimo alimenti il "sentimentalismo" nei confronti degli animali e della natura; è però interessante notare come, in passato, chi veniva accolto in una comunità catara, dovesse promettere di non uccidere animali, di non cibarsi di carne, e in generale di alimenti provenienti da animali (come latte, formaggio, uova etc.). Ed il catarismo, dal punto di vista dottrinale, non era infondo che una forma di gnosticismo.

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