29 novembre 2011

L'iniziazione alla cavalleria nel Perceval


I romanzi medievali sul Graal possono essere sicuramente apprezzati per diversi motivi, quali la trama, lo stile, o i dialoghi inverosimili (e abbastanza divertenti) che in essi abbondano. Accanto a tutti questi elementi si possono trovare però anche tracce di un preciso simbolismo che, a seconda dei casi, risulta essere più o meno evidente, ma che è comunque presente.
La cosa non dovrebbe stupire più di tanto anche perché la cavalleria, che in questi racconti costituisce uno degli argomenti centrali, durante il Medioevo era una delle principali forme dell'iniziazione cristiana. A tal proposito, può essere curioso notare di sfuggita come uno dei più grandi autori di questi romanzi, Chretien de Troyes, sia nato proprio nella cittadina in cui nel 1128 si svolse il famoso concilio della Chiesa cattolica che approvò l'ordine e la regola dei cavalieri Templari.

Gli elementi simbolici a cui mi riferivo poc'anzi sono ovviamente presenti anche nel famoso Percaval, fin dall'inizio del racconto. Qui il protagonista (Perceval) viene inizialmente presentato come un ragazzo di campagna che non ha ancora un nome preciso, è piuttosto ingenuo, ed è completamente ignorante su tutto ciò che riguarda i buoni costumi della cavalleria; anzi, in vita sua non ha mai visto un cavaliere, dal momento che la madre per la paura di perderlo ha sempre cercato di tenerlo lontano dai militi e dai fatti d'arme. Perceval, inoltre, è sempre vissuto ai margini della Guasta Foresta (detta anche Foresta Desolata), che è il punto di partenza delle sue avventure, e che corrisponde simbolicamente alla "selva oscura" nella quale si troverà Dante all'inizio della sua Commedia. La rozzezza e l'ingenuità del ragazzo sottolineano poi come Perceval sia ancora una sorta di "pietra grezza", non ancora lavorata: il protagonista partirà dunque per cercare l'iniziazione alla cavalleria, che, dopo alcune peripezie, gli verrà concessa da un vassallo. Questi lo accoglie amichevolmente nel suo castello, gli insegna a combattere con la lancia e con la spada, lo istruisce sui nobili costumi e gli spiega come dovrebbe svolgersi un duello leale.

Perceval impara in fretta, e ben presto "tiene la lancia e lo scudo con tanta abilità come se avesse passato i suoi giorni nei tornei e nelle guerre". Il vassallo, dopo alcuni giorni, decide allora di concedergli  l'iniziazione: lo veste, gli calza lo sperone destro e gli cinge la spada al fianco. La consegna (cioè la "tradizione", nel senso etimologico del termine) della spada simboleggia l'avvenuta investitura: "«Consegnandovi la spada» gli dice, «vi conferisco l'ordine della cavalleria, che non tollera alcuna bassezza»". Vien fatto così un nuovo cavaliere cristiano; il rito si conclude, ma non prima di aver formulato un solenne invito al silenzio: «Guardatevi dal parlar troppo: a colui che non sa trattenere la lingua, spesso sfuggono parole che possono essere considerate villanie. Questo dicono i saggi: troppe parole, peccato sicuro; rifuggite dunque questo peccato».

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5 Commenti:

  1. Ho apportato qualche modifica alla grafica del blog. Ovviamente se avete dei consigli o delle critiche da fare, dite pure. Per quanto riguarda lo sfondo blogspot ha purtroppo il grave difetto di accettare solo immagini inferiori ai 300 kb (che é pochissimo, specie se si vuole fare qualcosa di un po' più elaborato); è uno dei tanti limiti della piattaforma.

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  2. Interessante :) bell'articolo. Leggere qualcosa scritto sulle iniziazioni, mi fa sempre riflettere sul fatto che chiunque vede solo il lato esterno di questo genere di riti... come il mistero o il prestigio di essere cavaliere. Perché è ciò che si vede da fuori e paradossalmente, solo dopo essere diventati cavalieri si smette di dare importanza al precedente intento che ha portato a tale decisione e si capisce cos'è la cavalleria.
    Saluti,

    Syn

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  3. ottima la grafica e bello l'articolo complimenti!!

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