3 marzo 2011

I Saturnali


In questi sette giorni è proibito soltanto intraprendere azioni serie ed importanti; ma ubriacarmi, esultare, giocare a dadi, ospitare schiavi, cantare e danzare nudo, imbrattarmi il volto di fuliggine e farmi gettare nell’acqua gelida...questo posso farlo finché voglio!
Luciano, Saturnalia

Durante l’antica Roma, i Saturnalia erano una festa dedicata al dio Saturno. Inizialmente questa festa si svolgeva solamente il 17 di dicembre ma in seguito, sotto Augusto, la sua durata fu aumentata di altri sei giorni. Durante questa festa, così come nel corso di tante altre, si partecipava a grandi banchetti, dove immancabilmente il vino scorreva a fiumi, e spesso si facevano scambi di regali. La caratteristica più singolare dei Saturnali era però la sovversione dell’ordine che vigeva durante i giorni “normali”: i battenti dei tribunali venivano chiusi e la giustizia non veniva amministrata; la gente si lasciava andare ad attività folli o particolarmente chiassose, e usciva in strada indossando il pilleus, il copricapo tipico dei liberti; per quanto riguarda gli schiavi, essi non solo si potevano comportare come le persone libere, ma potevano anche dare degli ordini ai loro padroni; il gioco d’azzardo, che solitamente era vietato, veniva considerato lecito (1).

Le caratteristiche di queste feste sono storicamente ben documentate. Ciò che può sfuggire è invece il loro vero significato. Alcuni, rimarcando sopratutto l’aspetto “gioioso” che aveva questa festività, hanno voluto vederci un richiamo alla mitica età dell’oro. Secondo la tradizione, infatti, l’età dell’oro era dominata dal dio Saturno, il quale in epoca arcaica, veniva considerato dio dell’abbondanza e dell’agricoltura - i termini latini  satisfacere (soddisfare) e sator (seminatore, contadino) hanno d’altronde la stessa identica radice di Saturno - I Saturnali sarebbero quindi un breve e “simbolico” ritorno ad un’età felice, che ormai non c’è più...una rievocazione di un'antica epoca "dell'abbondanza" della quale è rimasto solo un vago ricordo.
Quest’interpretazione però non riesce a spiegare un fatto: se i Saturnali erano veramente un “ripristino” temporaneo di un antico splendore della Tradizione, come mai consistevano, di fatto, in un ribaltamento degli stessi principi tradizionali ed in una sovversione dell’ordine “normale” delle cose?

Questo aspetto può essere compreso solo se si ricorre ad un altro tipo di spiegazione. Se è vero infatti che in un’epoca molto antica Saturno era considerato come un dio fondamentalmente positivo, in epoche successive prevalse invece il suo “lato oscuro”; così Saturno divenne ben presto un dio dell’oltre tomba, un dio “infernale”.

Nella tradizione greca, questo "cambiamento" viene raccontato in maniera eccellente dalla mitologia. Secondo il mito infatti il dio Crono, paragonabile in tutto e per tutto a Saturno (2), fu scaraventato nel Tartaro assieme ai Titani dopo aver perso la battaglia contro Zeus (titanomachia). Questo aspetto negativo di Saturno rimase anche nell'alchimia cristiana, dove il pianeta Saturno e le sue influenze erano associate al piombo, uno dei metalli più impuri, che andava faticosamente lavorato e trasmutato in oro.

Quanto accadeva durante i Saturnali, non era quindi un richiamo al dio Saturno in quando dio “positivo” e non poteva essere nemmeno un richiamo all’età dell’oro. L’interpretazione che a questo punto è più plausibile è che i Saturnali fossero delle “valvole di sfogo” degli aspetti più bassi della società romana, che in quei giorni (e solo in quei giorni) erano liberi di manifestarsi. D’altronde, proprio quando Roma si allontanò dagli originali (e rigorosi) costumi dell'età Repubblicana, la gente sentì una maggiore necessità di queste feste che erano in grado di esprimere i “bassi istinti”;  così in età imperiale la durata degli stessi Saturnali fu aumentata da un giorno ad una settimana (più precisamente dal 17 al 23 dicembre).

In epoca medievale, una funzione incredibilmente simile a quella dei Saturnali fu svolta dalle feste carnevalesche. Durante il carnevale, gli individui potevano compiere atti che altrimenti sarebbero stati duramente condannati dalla società...anche qui il vino scorreva a fiumi e non di rado inoltre le sfilate del carnevale assumevano tratti grotteschi, “animaleschi” (si pensi alle tante maschere da “animale”) o addirittura osceni, senza che nessuno rimanesse scandalizzato; si potevano anche compiere burle o piccole malefatte senza venire per questo incriminati (da qui il detto "a carnevale ogni scherzo vale").
Per una società antica era però importante che queste feste avessero una durata determinata e che poi la vita tornasse ad essere dominata dall’ordine tradizionale...

non semper saturnalia erunt (non sempre ci saranno i Saturnali, Seneca).
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Note:

(1) A Roma il gioco d'azzardo era proibito da sempre, sebbene la pena consistesse solo in una contravvenzione in denaro, pari a quattro volte la posta in gioco. I debiti di gioco non avevano poi nemmeno un riconoscimento giuridico, per cui (come da noi oggi) non si poteva agire in giudizio per pretendere il pagamento di un tale debito.

(2) Esiodo ci racconta che Crono, come Saturno, prima era il dio dell'età dell'oro, e che in quell'epoca felice la terra produceva spontaneamente una grande abbondanza di frutti.

7 Commenti:

  1. Ho aggiunto alcune note...tendo a limitarle perchè so che possono essere fastidiose, soprattutto quando si legge in internet ;-)

    per il post mi sono basato soprattutto sul libro "Vita quotidiana nell'antica Roma" di Karl e Wilhelm Weeber e sull'articolo di René Guénon sulle feste carnevalesche (in Simboli della Scienza Sacra)

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  2. Molto carino il nuovo articolo e soprattutto in tema... Very ood ;-)

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  3. Stai facendo un buon lavoro qui Josephuss.

    Un saluto a te.

    A presto

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  4. Ciao Elisabeth,
    sì ho postato l'articolo ora proprio perchè siamo in periodo di carnevale :D
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    Ciao Santa!
    Grazie mille ;-)

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  5. Molto interessante, certo che i miti Greci nascondono molte cose...
    Ciao da ghibli.

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  6. ma siamo sicuro che i miti non siano mai esistiti ..

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