24 dicembre 2011

Buon Natale a tutti!

Pellegrino di Mariano, Adorazione dei pastori, XV secolo
Tanti auguri di un buon Natale a tutti voi! (lo so, nel fare gli auguri dimostro sempre una grandissima originalità... persino io ne rimango stupito!).

Aggiungo due parole sul simbolismo dell'immagine: la frattura nel terreno che si può osservare in basso a sinistra è un elemento abbastanza ricorrente nell'iconografia cristiana, fin dai primi secoli; ha la funzione di separare il Sacro, in questo caso Gesù, la Vergine e san Giuseppe, da ciò che invece è più "profano", in questo caso i pastori. Anche il fatto di porre la Sacra Famiglia su un piano più rialzato ha lo scopo di darle una maggiore importanza. 
Similmente le strane nuvole sulle quali si trovano Dio Padre e gli angeli costituiscono un elemento di separazione, che suggerisce come nell'immagine sia rappresentato il Cielo in senso metafisico. La Colomba bianca inviata dal Padre simboleggia ovviamente lo Spirito Santo.

22 dicembre 2011

Sui simboli "precristiani"






















Il mese di gennaio (Ianuarius),
 raffigurato con le sembianze
 del dio latino Giano (Ianus).
Scultura situata nel duomo
di Parma.

Non è certo un mistero che in diverse chiese medievali si possano osservare alcuni simboli che non hanno un'origine propriamente cristiana. Si tratta di simboli che, a seconda dei casi, derivano dal mondo greco-romano, dall'astronomia (o dall'astrologia, visto che in tempi passati queste scienze non erano poi così separate) oppure da antichissime tradizioni locali, che ormai si sono spente da secoli, se non da millenni. Ci si può chiedere allora quale sia il motivo della presenza di questi simboli e, soprattutto, come mai i cristiani di un tempo li abbiano accolti e pienamente accettati all'interno dei loro luoghi di culto. Non si può infatti risolvere tutta la questione dicendo semplicemente che gli uomini medievali non conoscevano il significato di certe immagini, oppure che queste ultime avevano solo uno scopo vagamente "decorativo" o "estetico". Una simile tesi non fa altro che attribuire la grave ignoranza dell'uomo moderno in materia di simboli a persone che sono vissute molti secoli prima di noi, e che su questo argomento hanno invece dimostrato davvero una grande sapienza. 

Quindi la prima cosa da tenere presente è che, con ogni probabilità, l'uso di queste raffigurazioni era pienamente consapevole. La seconda è che, contrariamente a quanto oggi si tende a credere, la Chiesa in passato non si oppose in toto alle culture preesistenti al cristianesimo. Ovviamente vennero categoricamente condannati i numerosi elementi del mondo pagano che erano incompatibili con la fede in Cristo, come il culto degli antichi dei o le superstiziose pratiche di magia e di divinazione. Tutto quello che peró non si poneva in contrasto con il cattolicesimo fu tranquillamente tollerato, già nell'epoca dei Padri della Chiesa. Si pensi ad esempio a come S. Agostino sostenesse che non solo i cristiani potevano prendere dalla filosofia antica quanto c'era di buono, ma anche che dovevano farlo: 



"Non solo non dobbiamo temere quello che hanno detto i filosofi antichi, soprattutto i platonici, quando i loro detti sono veri e congeniali alla nostra fede, ma dobbiamo rivendicarli da loro come da ingiusti possessori [...] Così, se è vero che le dottrine dei pagani contengono elementi falsi e superstiziosi o inutili che ciascuno di noi, secondo le parole del Cristo, uscendo dalla società pagana, deve odiare ed evitare, è anche vero che le discipline liberali sono adattabili all'uso della verità ed esistono, sempre fra i pagani, utilissimi precetti morali e persino riferimenti al culto di un Dio unico". 
(S. Agostino, la dottrina Cristiana, II, 40)



Questi insegnamenti dei Padri della Chiesa vennero in seguito fedelmente applicati, e il caso più evidente è appunto quello della filosofia. Durante il Medioevo (almeno a partire da un certo periodo) ebbe una grande diffusione soprattutto il pensiero di Aristotele, tanto che "la filosofia" finì per identificarsi con quella aristotelica e "il filosofo" (per eccellenza) divenne proprio Aristotele. Bisogna comunque tenere presente che queste conoscenze provenienti dal mondo greco-romano ebbero più che altro un ruolo strumentale, e furono sempre subordinate alla verità del Vangelo: la Scolastica esprimeva chiaramente questo importante concetto con il motto latino "philosophia ancilla theoligiae", la filosofia è ancella (nel senso di servitrice) della teologia. Del resto, il cristianesimo sarebbe stato, nella sua vera essenza (cioè nella dottrina), esattamente lo stesso anche senza la ricezione di questi elementi: cade così anche l'assurda accusa di alcuni protestanti che ritengono che la Chiesa cattolica sia diventata col tempo una "religione pagana". Quanto detto per la filosofia potrebbe far quindi ipotizzare che lo stesso processo di parziale "accettazione" sia avvenuto anche per alcuni simboli, più antichi dello stesso cristianesimo, che sono stati riprodotti sia perchè non rappresesentavano qualcosa che contrastava con la fede cattolica sia perchè in alcuni casi erano validi "supporti" per esprimere principi della sua dottrina.

14 dicembre 2011

Arte medievale e rinascimentale a confronto


Da Il mistero delle cattedrali di Fulcanelli
"Gli artisti, trascinati dalla grande corrente di decadenza che ebbe sotto François I il nome paradossale di Renaissance  (Rinascimento), incapaci d'uno sforzo creativo eguale a quello dei loro antenati, completamente all'oscuro della simbologia medioevale, si dedicarono alla riproduzione di opere bastarde, senza gusto né carattere, senza pensiero esoterico, invece di continuare e sviluppare l'ammirevole e sana creatività francese.  Architetti, pittori, scultori, preferendo la loro gloria a quella dell'Arte, si ispirarono agli antichi modelli contraffatti in Italia. I costruttori del medioevo erano ricchi di fede e modestia. Artigiani anonimi di puri capolavori, essi costruirono per la Verità, per l'affermazione del loro ideale, per diffondere la nobiltà della loro scienza. Quelli del Rinascimento, invece, preoccupati soprattutto della loro personalità, gelosi del proprio valore, costruirono per rendere famoso il loro nome alla posterità. Il medioevo deve il proprio splendore all'originalità delle proprie creazioni; il Rinascimento deve la sua moda alla servile fedeltà delle sue copie. Là un pensiero, qui una moda. Da un lato, il genio; dall'altro, il talento. Nell'opera gotica, la tecnica resta sottomessa all'Idea: mentre nell'opera rinascimentale la tecnica domina e cancella l'Idea. L'una parla al cuore, al cervello, all'anima: è il trionfo dello spirito; l'altra si rivolge ai sensi: è la glorificazione della materia. Dal XII al XV secolo, povertà di mezzi ma ricchezza d'espressione; a partire dal XVI, bellezza plastica, mediocrità d'invenzione. I mastri medioevali seppero animare il comune calcare; gli artisti del Rinascimento lasciarono il marmo freddo ed inerte. L'antagonismo di questi due periodi, nati da concezioni opposte, spiega il disprezzo del Rinascimento e la sua profonda ripugnanza per tutto quello che era gotico. Un tale stato di spirito doveva risultare fatale all'opera del medioevo; e sono dovute proprio ad esso le numerosissime mulilazioni che oggi dobbiamo deplorare."