La cosa non dovrebbe stupire più di tanto anche perché la cavalleria, che in questi racconti costituisce uno degli argomenti centrali, durante il Medioevo era una delle principali forme dell'iniziazione cristiana. A tal proposito, può essere curioso notare di sfuggita come uno dei più grandi autori di questi romanzi, Chretien de Troyes, sia nato proprio nella cittadina in cui nel 1128 si svolse il famoso concilio della Chiesa cattolica che approvò l'ordine e la regola dei cavalieri Templari.
Gli elementi simbolici a cui mi riferivo poc'anzi sono ovviamente presenti anche nel famoso Percaval, fin dall'inizio del racconto. Qui il protagonista (Perceval) viene inizialmente presentato come un ragazzo di campagna che non ha ancora un nome preciso, è piuttosto ingenuo, ed è completamente ignorante su tutto ciò che riguarda i buoni costumi della cavalleria; anzi, in vita sua non ha mai visto un cavaliere, dal momento che la madre per la paura di perderlo ha sempre cercato di tenerlo lontano dai militi e dai fatti d'arme. Perceval, inoltre, è sempre vissuto ai margini della Guasta Foresta (detta anche Foresta Desolata), che è il punto di partenza delle sue avventure, e che corrisponde simbolicamente alla "selva oscura" nella quale si troverà Dante all'inizio della sua Commedia. La rozzezza e l'ingenuità del ragazzo sottolineano poi come Perceval sia ancora una sorta di "pietra grezza", non ancora lavorata: il protagonista partirà dunque per cercare l'iniziazione alla cavalleria, che, dopo alcune peripezie, gli verrà concessa da un vassallo. Questi lo accoglie amichevolmente nel suo castello, gli insegna a combattere con la lancia e con la spada, lo istruisce sui nobili costumi e gli spiega come dovrebbe svolgersi un duello leale.
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