8 febbraio 2011

Sulle religioni "femminili"



È noto come anticamente, presso i popoli mediterranei, fossero diffusi culti legati alla fertilità e ai cicli della natura. Tali culti avevano come figura centrale la Magna Mater  (Grande Madre); essa veniva venerata perché la terra portasse abbondanza di frutti e perché fosse propiziata la gravidanza nelle donne. Si trattava di religioni evidentemente "femminili", cosa che è ampiamente dimostrata anche dai simboli che venivano utilizzati (basti pensare alle tante statuette raffiguranti le cosiddette "veneri").
Si cadrebbe a mio avviso in errore, però, se questi culti venissero considerati come i più antichi o se si pensasse ad essi come a dei riti "superiori". Al contrario, è molto più probabile che si trattasse di culti deviati, che si avvicinavano più all'idolatria che ad un'autentica spiritualità. Il fatto stesso che si venerassero forze legate alla terra (che sotto certi aseptti ha un carattere "femmilile") è una conferma di come tali religioni fossero in realtà poco "celesti"; un'altra conferma la si ritrova notando come queste divinità femminili fossero invocate per chiedere un'abbondanza molto più "materiale" che "spirituale".

Secondo una certa visione "storica" (forse poco "accademica") tali culti erano diffusi prevalentemente fra le stirpi mediterranee autoctone, e furono successivamente sostituiti dalle religioni (superiori) dei popoli indo-europei, una volta che questi si stabilirono nel bacino del Mediterraneo. Il fatto che le genti indo-europee abbiano sottomesso le popolazioni locali è in realtà abbastanza assodato: l'esempio storico più illuminante è dato dalla  sottomissione degli Iloti (popolazione greca "autoctona") da parte degli Spartiati (che erano Dori, e dunque indo-europei); da quel momento in poi gli Iloti avrebbero costituito la classe servile, con il compito di coltivare la terra per i nobili di Sparta.

Per quanto riguarda la religione, la questione è forse un po' più complessa. Secondo la teoria a cui mi riferivo poco fa, gli indo-europei (venuti dal nord) portarono nel Mediterraneo le loro credenze religiose, e vi sarebbe conferma di ciò in un mito riferito da Plutarco; esso racconta che delle aquile partirono "dall'estremità della terra" e arrivarono fino
in Grecia.
"C’è una storia [...] in cui si narra che delle aquile (oppure dei cigni) siano partite dai limiti estremi della terra e dirette al suo centro, si ritrovarono nello stesso posto, a Pito, dov'è il cosiddetto « ombelico »"
Plutarco, Dialoghi Delfici
L' “ombelico” di cui si parla qui è l’Omphalos di Delfi, considerato dai greci il centro del mondo e avente una grandissima importanza religiosa. L'aquila, d'altra parte, è uno degli animali "olimpici" per eccellenza, ed era considerata sacra a Zeus.
L'interpretazione di questo mito porterebbe a dire quindi che vi fu una discesa dal nord sia dei popoli che della loro religione; quest’ultima era nettamente superiore ai  culti "autoctoni". Non a caso questi popoli diedero in seguito vita a delle civiltà con una struttura "patriarcale", come si addice ad ogni civiltà veramente tradizionale (si sospetta che i popoli precedenti avessero invece una struttura "matriarcale").
Una volta avvenuto questo "cambio di guardia", però, i culti femminili non scomparvero del tutto. A volte si integrano nella religione "ufficiale" (come nel caso della dea Demetra, il cui nome sembra che significhi proprio “madre terra”); altre volte sopravvissero, nel corso dei secoli, in maniera "parallela" ed anche occulta rispetto alle religioni “ortodosse”. È questo, ad esempio, il caso della “Sophia” delle sette gnostiche che, secondo gli appartenenti a tali correnti deviate, faceva addirittura parte della trinità “al posto” dello Spirito Santo. Sophia era inoltre un “eone” che portava la "conoscenza" (gnosis) e la  "saggezza" (sophia, appunto) con le quali l’uomo poteva liberarsi dal dominio di Dio, che gli gnostici consideravano come un demiurgo "oppressivo".

Nella Bibbia i culti di queste divinità femminili sono particolarmente disprezzati : essi vengono equiparati all’idolatria o addirittura all'adorazione dei demoni. In particolare, nell'Antico Testamento, si trovano alcuni riferimenti alla divinità mesopotamica Astarte, la cui venerazione è duramente condannata come blasfema.
(Questa dea è conosciuta anche come Ashtar, Astarotte, Astartu; è associata a Venere nei suoi aspetti inferiori, anche perché al suo culto era legata la pratica della "prostituzione sacra". È curioso notare come uno degli idoli della new age sia un “alieno” di nome Ashtar Sheran. È, a mio parere, l’ennesima conferma della natura letteralmente "satanica" di questa pseudo-religione... qualora di conferme non ce ne fossero abbastanza).

Al giorno d'oggi sembra che questi culti femminili stiano riemergendo, anche se in forme apparentemente diverse. Da una parte ci sono i tanti "fanatici della Nuova Era" che attendono un'epoca caratterizzata dalla "spiritualità femminile" dell'era dell'acquario. Tra questi c’è chi parla anche di “nuovo eone”, utilizzando una terminologia che deriva per lo più dallo gnosticismo, e c’è anche chi parla del ritorno dell’umanità ad una “società di tipo matriarcale”. Dall'altra ci sono i moltissimi "movimenti" ambientalisti ed ecologisti che, sotto una maschera di buonismo, nascondono delle pseudo-religioni dove la natura è venerata come una divinità. Tra l'altro, analizzando tutti questi movimenti, si nota come essi si distinguano per la grande importanza che viene data al “sentimentalismo”. Bisogna considerare che il sentimentalismo è qualcosa che sta ben al di sotto della ragione e della razionalità, sebbene certi credano che sia qualcosa di superiore... o pensino addirittura che sia qualcosa da “esaltare”.

Un po' di sfuggita, aggiungo anche che queste religioni ambientaliste e neo-pagane incitano spesso al "vegetarianesimo". Penso che esso, specie se considerato nelle sue forme più estreme, nasconda qualcosa di molto pericoloso. É senza dubbio palese il fatto che questo vegetarianesimo alimenti il "sentimentalismo" nei confronti degli animali e della natura; è però interessante notare come, in passato, chi veniva accolto in una comunità catara, dovesse promettere di non uccidere animali, di non cibarsi di carne, e in generale di alimenti provenienti da animali (come latte, formaggio, uova etc.). Ed il catarismo, dal punto di vista dottrinale, non era infondo che una forma di gnosticismo.

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26 Commenti:

  1. Bel post, argomento interessante :)

    A mio parere andrebbe fatta attenzione nell'applicare termini tutto sommato recenti, quali 'materiale' o 'spirituale' (specialmente nell'accezione contemporanea che si tende a dar loro), a culti e religioni di popolazioni antiche e preistoriche.
    Sarebbe anche da chiedersi in cosa consistessero davvero la religione della Dea Madre ed il matriarcato - spesso si ha l'impressione che le teorie fiorite nell'ottocento (particolarmente in seguito all' "esplosione" del Mutterrecht di Bachofen) siano piuttosto un'esagerazione dei fatti dietro alla quale si può trovare un mito moderno travestito da ricerca storica.
    Non a caso il fulcro della rinascita (o nascita) della "religiosità femminile" coincide proprio in questo periodo che vede nascere anche i primi movimenti femministi.
    Se ti interessa avevo scritto un pezzo al riguardo, lo puoi trovare qui:
    http://rapidshare.com/files/447861993/matriarcato.pdf

    Anche riguardo a sentimentalismo e razionalità la mia idea è che sia sviante parlare di superiorità: penso che se esista una configurazione più positiva rispetto alle altre sia proprio l'armonia e l'equilibrio fra le due, e non il dominio esclusivo di una di esse.

    Complimenti per il blog comunque, lo seguirò con interesse!

    Francesco/Melez

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  2. Ciao Francesco,
    si, quando parlo di materiale e spirituale, non intendo ovviamente dar luogo ad una sorta di "dualismo Cartesiano".

    E'certamente possibile che alcune visioni storiche siano un po' esagerate...così come è possibile, secondo me, che certi culti siano solo il risultato ultimo di una progressiva degenerazione di qualcosa di precedente.

    Quanto alla questione del sentimentalismo e della razionalità, credo che certamente da un punto di vista assoluto siano entrambi necessari, o forse complemmentari...ma da un punto di vista umano?
    Da un punto di vista assoluto anche il "male" non è in fondo che una (illusoria) privazione del bene; ma questo non vuol dire che l'uomo non debba scegliere tra "bene" e "male" (sperando che si opti per il primo :D ).

    A presto :)

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  3. Josephuss volevo farti notare come si potrebbe a rigore negare del tutto l'ipotesi dell'invasione indoeuropea ( non a caso propagandata dalla Gimbutas ) in favore della "Teoria della continuità" di Alinei che tieni in conto anche le critiche di Renfrew.

    Secondo me allora ci fu un superamento della degenerazione del nomadismo-pastorale che dovette cedere il passo definitivamente all'agricoltura ed i primi rudimenti di commercio.
    E' ovvio che allora con la stratificazione si ebbe la definitiva normatizzazione del ruolo maschile e femminile, come quello castale e se non anche razziale...

    E' inoltre evidente che le società nomadico-pastorali non abbiano distinzioni così spiccate, ma ciò non inficia che il sacerdozio sia sempre rimasto in mani maschili, come ovvio, e che il potere d'altronde non poteva che rimanere sotto gestione guerriera , dove la figura femminile ricopriva invece il ruolo di amministratrice.D'altronde, quando il "patriarcato" non sfoca nel maschilismo , è una funzione che tutt'ora ricoprono le donne in casa.

    Ti invito quindi ad analizzare tale interessante teoria che contrastando il classicismo ed il tradizionalismo tanto di moda e mi sembrano molto più accostabili, con tutti i limiti intriseci del caso, alle illustrazioni di Guénon ( penso sopraattutto al capitlo Caino ed Abele di "Regno della quantità e segni dei tempi" ad esempio come ai primi capitoli riguardo il pregiudizio classico in "introduzione allo studio delle dottrine hindu" ).
    Mi piacerebbe avere un tuo parere al riguardo!


    Ciao , Daouda

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  4. Ciao Daouda,
    Premetto che non sono un linguista, quindi la mia può essere solo un'opinione, e ovviamente vale quel che vale.
    La teoria di Alinei della continuità mi sembra molto interessante per quanto riguarda l'ipotesi sull'origine comune delle varie lingue...tra l'altro pure nella Bibbia viene detto che originariamente tutta l'umanità parlava un solo idioma, e l'ipotesi mi sembra anche coerente con la visione di Guénon dell’ “unità primordiale”. Stiamo parlando però di epoche molto antiche, di cui si è conservato solo un ricordo più o meno vago.
    La teoria della continuità mi convince invece un po’ meno quando viene applicata alle lingue romanze...soprattutto rispetto ai luoghi dove l’influenza culturale romana fu più forte.

    Secondo me allora ci fu un superamento della degenerazione del nomadismo-pastorale che dovette cedere il passo definitivamente all'agricoltura ed i primi rudimenti di commercio.

    La cosa su cui possiamo essere più sicuri è che a partire da un dato momento ci fu questo cambiamento. Il problema sta però nello stabilire se quello che chiami superamento sia avvenuto spontaneamente o se sia invece frutto di un incontro (o scontro) tra due culture assai differenti.
    Se si trattasse di cambiamenti minimi, si potrebbe pensare anche a semplici adattamenti, dovuti magari alle condizioni del tempo e del luogo. Ma qui i cambiamenti sono notevoli: si parla di un passaggio totale dal nomadismo, al sedentarismo, dalla pastorizia all’agricoltura. La “spontaneità” di un simile mutamento mi sembra sinceramente molto meno credibile rispetto all'ipotesi della migrazione degli indoeuropei. Anche così però la questione rimane complessa; soprattutto rimane difficile stabilire quando effettivamente siano cominciati certi cambiamenti e in che modo...

    Un saluto ;)

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  5. Ciao Josepphus

    La teoria kurganica ormai risulta poco plausibile...
    Io credo che l'invasione potrebbe avere qualche attinenza con l'ipotesi di Renfrew, il ché può accostarsi benissimo con la teoria di Alinei.


    "La teoria della continuità mi convince invece un po’ meno quando viene applicata alle lingue romanze...soprattutto rispetto ai luoghi dove l’influenza culturale romana fu più forte".

    Neanche a me convince molto in efetti, almeno per quanto riguarda la questione iberica,sarda,ligure.


    Ad ogni modo ritengo che il manicheismo di una certa destra occultista, da Evola a Romualdi, abbia influito molto in certe degenerazioni pur avendo altri vari meriti.

    Grazie, Daouda

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  6. Non so quanto Evola possa essere effettivamente definito "manicheo". Secondo me ha scritto cose interessanti, ma ha preso anche grosse cantonate (vedi ad esempio "La Tradizione Ermetica") e non di rado si è lasciato affascinare dal "lato oscuro".

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  7. Concordo.
    Intendevo più precisamente tutta la sua retorica tellurico/semitica...

    D.

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  8. Non lo so, non conosco bene le tematiche, ma provo comunque a commentare.
    Lo spirito e la materia le vedo come un'unica cosa, fanno entrambe parte della creazione Divina e vanno rispettate entrambe come il maschile e il femminile.

    (Il discorso di Astarte mi ha ricordato che nella cappella sistina nel "tocco di dita", Michelangelo a raffigurato Dio che abbraccia una donna...???)

    Non penso che il problema sia il femminile, pensiamo semplicemente al ruolo della Madonna.
    Ma come si utilizzano certe raffigurazioni, la terra, luna, venere, ecc...

    Per il vegetarianismo il discorso mio personale è che bisogna creare meno sofferenza possibile, non mangiare carne lo si deve far per etica, per non fare del "male".
    Pertanto penso che sia una cosa positiva, altro discorso è usare certe tematiche come cavallo di troia.

    Ciao da ghibli.

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  9. Certo, maschile e femminile vanno entrambi rispettati come "poli" (parola brutta forse) della creazione.

    "Non penso che il problema sia il femminile, pensiamo semplicemente al ruolo della Madonna."

    Il problema, come dici tu, non è certo il femminile. La deviazione però si ha soprattutto, secondo me, quando questo assume un ruolo quasi "centrale". Nel cattolicesimo la figura centrale è ovviamente Cristo; Maria è considerata senza dubbio un importantissimo modello di "purezza", "santità", e anche di obbedienza alla volontà divina ("Ecco la serva del Signore..."). Ma al centro rimane sempre Cristo.

    "Per il vegetarianismo il discorso mio personale è che bisogna creare meno sofferenza possibile, non mangiare carne lo si deve far per etica, per non fare del "male".
    Pertanto penso che sia una cosa positiva, altro discorso è usare certe tematiche come cavallo di troia."


    Se non ricordo male, Plutarco dice che originariamente l'umanità era "vegetariana" e che divenne "carnivora" (o onnivora) a causa della sua sempre maggiore debolezza. Non escludo che ciò possa essere vero (anche l'alimentazione tradizionale dell'India è praticamente vegetariana), però credo sia pericoloso ritornare "forzatamente" ad un'alimentazione che non fa parte della nostra cultura; e questo carattere di pericolosità secondo me è ancora maggiore quando la scelta vegetariana viene fatta per motivi sentimentali o addirittura pseudo-religiosi.

    Ciao Ghibli, e a presto ;)

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  10. Sono d'accordo, però mi domando quanto in quello che chiami involuzione, si sia perso del ruolo femminile, a danno della donna.
    Proprio per un decantimento e una forzatura di ideologie che giustamente come dici te non devono essere prese e basta, come delle verità ma come guide che portano a fare una scelta individuale attraverso il libero arbitrio.
    Credere per capire.

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  11. Se pensi che la perdita sia esclusivamente femminile a mio avviso focalizzi la questione malamente dacché la "perdita" è generale.

    Che poi per causa di forza maggiore qualche àmbito debba venir circoscritto o diversamente regolamentato più o meno rispetto ad altri, ciò è in sé stesso normale qualora il motivo di tale azione sia legittimo.


    Sul vegetarianismo : in teoria ogni cristiano nelle quaresime ed ogni mercoledì e venerdì dell'anno dovrebbe divenire non vegetariano ma addirittura vegano!
    Il ché conferma la bontà di una certa salubrità alimentare in maniera però equilibrita e giust'appunto "mirata" come giustamente sottolineavi caro Josepphuss


    saluti, daouda

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  12. Però la "perdita" del femminile è molto maggiore.
    Uso ma solo per divertimento un una illustarzione di Milo Manara che racconta l'evoluzione dell'uomo:
    http://archivio.czeta.it/wp-content/uploads/2010/10/manara.jpg
    Oviamente è una esagerazione, anche se convengo che anche nella nostra epoca l'importanza del femminile, sia in ambito civile che in quello religioso è molto molto ridotto.
    Basti pensare anche chiesa cattolica o ad altri culti, la donna sia nella pratica religiosa che nell'organizzazione ha un ruolo minore e non paritario.
    ghibli, ciao :)

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  13. @ Douda
    Sul vegetarianismo : in teoria ogni cristiano nelle quaresime ed ogni mercoledì e venerdì dell'anno dovrebbe divenire non vegetariano ma addirittura vegano!
    Si, ma si tratta sempre di periodi limitati di tempo, e il tutto viene considerato più che altro come un "sacrificio" (o ricordo del Sacrificio). Viene fatto cioè (almeno teoricamente) in relazione a qualcosa di superiore. Nel caso di queste nuove religioni femminili, ci si astiene dal mangiare carni "per gli animali" o "per la natura"...una bella differenza ;-)

    Il ché conferma la bontà di una certa salubrità alimentare in maniera però equilibrita e giust'appunto "mirata" come giustamente sottolineavi caro Josepphuss

    Infatti, non credo che sia una cosa sbagliata in assoluto. Credo però che se viene fatta, deve essere fatta nel suo contesto specifico e con le giuste motivazioni (ho parlato di "vegetarianesimo" e non di "dieta vegetariana" anche per questo :D )
    Un saluto

    @ Ghibli
    Basti pensare anche chiesa cattolica o ad altri culti, la donna sia nella pratica religiosa che nell'organizzazione ha un ruolo minore e non paritario.

    E non credo sia un caso. Guénon dice che si ha un ruolo maggiore alla donna nel campo religioso (fino ad arrivare al "sacerdozio femminile") in contesti che possono essere considerati piuttosto deviati. La Chiesa motiva l'escludione della donna dal sacerdozio dicendo anche che gli apostoli erno tutti uomini, e che se Cristo a scelto solo uomini non tocca "a noi" cambiare le cose. Se la Chiesa dovesse aprirsi al "sacerdozio femminile" vorrebbe dire che la deviazione è diventata davvero grande.
    P.S. Molto divertente la vignetta :D

    Ciao Ghibli, a presto

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  14. Divertente e triste nella sua piccola verità.

    Non lo so, ho riletto Luca 10,1-20 "settantadue discepoli" in effetti non sembrano mai essere citate discepole donne, ma forse è dovuto al fatto che a quel tempo essere discepolo era pericoloso "Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi", e non dobbiamo scordarci del contesto storico, a quel tempo esistevano già molti culti sempre con ruoli maschili.
    Ci rifletterò.
    Ciao :)

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  15. Le donne sono chiamate ad essere uomini ;-)

    Daouda

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  16. Mi sono ricordato di un film inerente al discorso, che mi aveva incuriosito "La papessa" che parla di una figura reale? leggendaria? qui su wiki:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Papessa_Giovanna
    Che ne pensi?
    Ciao, ghibli.

    sempre una Giovanna come la d'Arco... Daouda.

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  17. Ciao, ammetto di non aver mai visto il film, ma conosco a grandi linee la storia...mi sembra solo una "leggenda metropolitana ante litteram", non credo che sia molto fondata :-)

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  18. In verità per la dieta vegetariana i cristiani sarebbero chiamati a praticarla -o perlomeno i monaci e coloro che intendono percorrere una via spirituale-, addiritura integralmente per riavvicinarsi allo stato adamitico primordiale fino al diluvio dopo il quale è stato concesso agli uomini di cibarsi di carni per la loro degenerazione - ma con Cristo l'uomo viene reintegrato virtualmente nel suo suo primitivo. Per quanto riguarda i motivi spuri già un padre dell aChiesa, san Girolamo nel suo Adversus Jovinianus scriveva contro costoro che seguono si la dieta giusta già seguita dai padri del deserto ed in seguito consigliata dai santi e da san Benedetto nella sua regola, ed ancora oggi praticata in oriente, ma lo fanno appunto per le ragioni sbagliate. sono stato alquanto prolisso perchè la dieta vegan-igienista è un validissimo supporto spirituale per chi ancora oggi si incammina in una via, sia per allggerire il corpo che per controllare le passioni ed allontanare il sangue ed il karma, secondo la terminologia indù, che porta con sé.
    A questo proposito è uscito un libro:
    http://www.leoneverde.it/catalogo/?azione=visualizza&id_libro=159&libro=I+vegetariani+nelle+tradizioni+spirituali
    Salam
    Kether

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  19. Scusate l'italiano e la punteggiatura, ma il computer va a scatti, anche se non è in effetti una giustifica.. va be'..
    Kether

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  20. Ciao Kether,
    Prima di tutto mi scuso per aver risposto solo ora, ma in questi giorni non mi sono potuto connettere ad internet. La tua precisazione è esatta. Per i monaci è prevista, almeno in generale, una dieta vegetariana; mi pare che siano consentite alcune eccezioni, ad esempio quando si è in viaggio.
    Direi che – come giustamente hai sottolineato anche tu - la “motivazione” per cui si adotta una simile dieta è fondamentale, così come lo è il “contesto” all’interno del quale essa viene praticata. In parole povere: un conto è che lo faccia un monaco che segue un certo “percorso” e ha valide motivazioni , un conto è che lo faccia un ambientalista per motivi sentimentali nei confronti degli animali.
    Un saluto e a presto

    RispondiElimina
  21. Bello il commneto di Kether :)

    Uso il lapsus freudiano, ambientalista con animalista, per notare come tendi a scontrarti a prescindere con i diktat di certi movimenti.

    Personalmente penso che su ogni punto fisso ci debba essere poi una motivazione e un ragionamento che consideri quello che gira attorno.

    Sul vegan ad esempio, un conto è parlare di mangiare un'animale adulto come la mucca milka XD che ha vissuto tra le alpi svizzere, e un conto e macellare un vitellino di due mesi "fabbricato" al chiuso.
    In questo caso usciamo dalla motivazioni di scelta di determinate regole, come quelle dettate di una vita monacale.

    Non facciamoci confondere da regole semplificate, o al contrario da troppe regole difficili da confutare.

    Mentre sono d'accordo che certi movimenti usino delle motivazioni per far leva su ragionamenti sbagliati; sempre sul vegan, se da una parte si gioca troppo sul sentimentalismo, sarebbe un'errore anche quello di non dare il giusto rispetto alla creazione divina.

    Il tema dei monaci mi ha ricordato il voto di celibato ovviamente diverso da quello di castità, Mi domando quanto questo abbia influenzato la scelta di uomini, perciò senza eredi, nell'ambito religioso.
    Uso e evidenzio un refuso del post: "Dt 23, 18" linka a blogger.com/
    Cercando ho trovato che un nome femminile simile a Astarte nella Bibbia veniva venerata in luoghi sacri assieme alla divinità principale, da come ho capito, il problema di idolatria sarebbe proprio quello di venerare troppo la raffigurazione non tanto la figura femminile.

    Ma ovviamente in questo caso il problema maggiore è riuscire a confutare tutte le fonti, e per questo vista la mia ignoranza su questi temi faccio una gran fatica a comprendere qualunque cosa mi venga esposta.

    Auguri di buona Pasqua!!! :D
    ghibli.

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  22. Ciao da ghibli :)
    Sto leggendo qua e la sulla Pasqua, ho trovato che wiki cita Salomè e Maria Maddalena come discepole, che ne pensi?

    http://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Maddalena

    http://it.wikipedia.org/wiki/Salom%C3%A8_%28discepola_di_Ges%C3%B9%29

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  23. Tra ambietalisti, ecologisti e animalisti sinceramente non vedo molte differenze...siamo sepre lì, e le motivazioni per cui essi abbracciano una dieta vegetariana mi sembrano sempre poco "elevate", come ho già detto.

    Quanto a Maria Maddalena...io ho detto che erano tutti maschi gli Apostoli (intendendo per tali i 12).
    Un saluto e buona Pasqua

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  24. Buonasera.
    Mi piacerebbe conoscere le fonti alla base di questo articolo.

    Grazie

    Mercuriade

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  25. L'articolo tocca diversi punti, quindi in realtà non ho fatto riferimento solo ad un testo...
    Per quanto riguarda la questione della presenza di religioni femminili, legate alla terra e alla fertilità, sono cose che si trovano in qualunque libro di storia antica.

    Sulla contrapposizione tra culti tellurici, femminili, e culti "indoeuropei" mi sono basato sui miti antichi (in primis quello riportato da Plutarco) e sulla loro analisi. Anche Julius Evola scrisse su questo argomento cose interessanti, in "Rivolta contro il Mondo Moderno" e soprattutto in "Gli uomini e le rovine" (capitolo 14, più precisamente)

    Per quanto riguarda l'"ombelico di Delfi" e il "centro del Mondo" si può vedere "Il Re del Mondo" di René Guénon.

    La presenza della "prostituzione sacra" a Babilonia è ben documentata da Erodoto e in parte si trovano dei riferimenti nell'Antico Testamento; sulle nuove religioni femminili, sulla new age e le sue origini, si tratta invece più che altro di una ricerca personale e su accurate "osservazioni". Anche qui comunque credo sia fondamentale il lavoro del Guénon sulla critica del "neo spiritualismo", ma ci sono diversi studiosi più recenti (come Epiphanius e Gianluca Marletta) che hanno messo ben in evidenza la relazione tra moderna new age, gnosticismo e satanismo.

    Ecco, questa è un po' la "bibliografia generale", chiamiamola così. Comunque se ci sono punti particolari su cui desideri precisazioni chiedi pure...
    A presto :-)

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  26. complimenti per l'articolo misogino e totalmente disinformante con le solite vaccate sparate da un adoratore del fallo di gesù cristo, il dio maschio per eccellenza che magnifica al meglio il tuo pipino, eh?

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