9 maggio 2011

Pax Deorum


Secondo gli antichi romani esisteva un particolare rapporto di equilibrio tra gli uomini e gli dei. Questo rapporto prendeva il nome di pax deorum, pace degli dei, ed implicava che gli uomini, all'interno della società, rispettassero determinate regole. Fin tanto che queste venivano fedelmente osservate, gli dei assicuravano la loro protezione - sia ai singoli individui che alla civitas nel suo insieme - , garantivano buoni raccolti e tenevano lontane le pestilenze. Ma nel caso in cui gli uomini si fossero comportati in maniera empia, questo prezioso equilbrio di sarebbe potuto rompere, scatenando così l'ira degli dei. Era quindi molto importante che le leggi fossero conosciute ed applicate nel modo giusto. In epoca arcaica non esistevano però norme scritte: gli unici autorizzati ad "interpretare" le leggi tradizionali (mores) erano quindi i sacerdoti del collegio pontificale (i pontefici). Questi, conoscedo i "principi superiori", erano in grado di suggerire quali fossero i giusti comportamenti da tenere, sia nel campo religioso che in quello sociale, perchè la pax deorum fosse mantenuta. Del resto, l'etimologia della parola "Pontefice" (da pontem facere, fare il ponte) ricorda che il sacerdote era colui che poteva autorizzare e dirigere la simbolica arte della costruzione del ponte, perchè in qualche modo egli stesso fungeva da "ponte" (cioè da mediatore) tra gli uomini ed il divino. Fondamentalmente il potere dei sacerdoti di interpretare le leggi si spiega proprio considerando il loro ruolo di "intermediari".

Quest'autorità dei pontefici subì però un graduale processo di sgretolamento, che cominciò ad essere evidente già nella seconda metà del V secolo a. C. (con la codificazione delle XII Tavole), e che diede vita ad una sorta di "giurisprudenza laica", slegata (almeno in parte) dalla religione. In questo modo la legge perse in gran parte il valore "sacrale" che aveva in origine, ma, nonostante questo, il concetto di Pax Deorum rimase vivo per molto tempo, tanto che ad esso veniva data una certa importanza ancora in epoca imperiale.

Il rispetto della pax deorum aveva le sue conseguenze: per evitare che l'ira degli dei si abbattesse sull'intera cittadinanza, chi si macchiava dei crimini più gravi (rischiando così di rompere questo equilibrio), doveva essere dichiarato "homo sacer". Non è facile tradurre questa espressione (letteralmente "uomo sacro"), anche perchè in latino la parola sacer significa sia "sacro" che "maledetto". Si può dire che egli diveniva un uomo "sacro", nel senso che la sua sorte era affidata alla volontà degli dei, che probabilmente lo avrebbero colpito con mille sciagure, lo avrebbero fatto diventare pazzo o lo avrebbero ucciso. Ma egli era anche l' uomo maledetto, perchè chiunque (ignorando la sua condizione) lo avesse ucciso non poteva essere accusato di omicidio; in tal modo gli veniva rifiutata la giustizia anche da morto.

Dal concetto di Pax Deorum deriva (più o meno direttamente) anche quello del bellum iustum (cioè della “guerra giusta”). Teoricamente, per mantenere  il consenso divino, la guerra doveva essere dichiarata seguendo precise regole, e non doveva mai essere intrapresa per futili motivi; in caso contrario la guerra diveniva ingiusta ed empia. Un simile concetto fu però applicato sempre più raramente, soprattutto a partire dalla fine dell'età repubblicana: già allora, un banale pretesto era sufficiente per scatenare vasti conflitti con le popolazioni straniere, o addirittura sanguinosissime guerre civili che, come scopo, avevano esclusivamente la conquista del potere politico.

6 Commenti:

  1. Ma questa regola si applica anche con il Dio Cristiano?O solo con gli dei pagani?
    Non dovrebbero essere completamente diversi?

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  2. È una domanda interessante...
    Il concetto di pace divina è relativo solo alla religione romana. Nella visione giudico-cristiana ne troviamo però uno simile (anche se non identico), cioè quello di "Alleanza". Un' Alleanza tra Dio e l'uomo che è iniziata già con Adamo e che in seguito Dio ha rinnovato (con Noè) nell'antico testamento, e nel Nuovo Testamento (la "Nuova ed eterna alleanza"). Secondo la Bibbia il mancato rispetto di determinate regole ha portato alla rovina molte città e addirittura interi popoli, che hanno meritato la punizione divina. La storia del diluvio universale costituisce un esempio chiaro ("Allora il Signore vide che la malvagità dell'uomo era grande sulla terra..."). Il rinnovamento dell'alleanza avviene dopo il diluvio, con Noè, e viene simboleggiato da un arcobaleno. ("Dio disse: «Questo è il segno dell'alleanza che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi per tutte le generazioni future: io pongo il mio arco nelle nubi ed esso sarà un segno di alleanza fra me e la terra»"). Dal punto di vista simbolico l'arcobaleno può essere considerato un equivalente del ponte....un ponte tra il Cielo e la Terra. La nuova alleanza si ha invece con Cristo che, essendo vero Dio e vero uomo, è il mediatore per eccellenza (Egli è anche Re e “sacerdote in eterno”).
    Un saluto

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  3. Grazie per la risposta.
    Ad ogni modo noto parecchie differenze fra il Dio del Vecchio Testamento rispetto a quello dei Vangeli.
    Il primo collerico,intransigente e vendicativo (simile agli dei greco-romani) mentre il secondo è buono e misericordioso.
    Tu cosa ne pensi?
    Gli gnostici sostengono infatti che siano due divinità diverse

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  4. In effetti non è una questione semplice.
    Cristo stesso però dimostra che il Dio del Vecchio Testamento è esattamente lo stesso del Nuovo. Lo fa ad esempio citando la Bibbia, realizzando alcune profezie in essa contenute, o dicendo di rispettare i dieci comandamenti. E dei riferimenti alla "misericordia divina" sono numerosi anche nel vecchio testamento, sebbene nel Nuovo questo aspetto sia messo maggiormente in evidenza. Bisogna comunque tener presente che Ebraismo e Cristianesimo sono sue religioni diverse e distinte, anche se l'antico testamento è comune.
    Un saluto

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  5. Oltretutto l'Antico Testamento è comune ma non è lo stesso!

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  6. Ci sarebbe da discutere in effetti, perchè cè il dio dell'antico testamento, del nuovo, dell'Islam, e di tante altre religioni. Non è un discorso da tenersi solo su vecchio e nuovo testamento, si potrebbe aprire un dibattito in questi termini. A partire dalle religioni politeiste del mondo antico ogni divinità si può ricondurre alle stesse divinità di popoli successivi, esempio: Marduk per i Babilonesi era anche Amon-Ra degli Egizi, Utu per i Sumeri era Shamash per i Babilonesi, Teshub per gli Ittiti era Ninurta figlio di Enlil per i Babilonesi, ecc ecc...

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