22 luglio 2011

Pausa estiva e breve commento al blog


Per qualche settimana, a partire da domani, metterò il blog in "pausa estiva". Ovviamente gli articoli presenti nel blog si potranno continuare a leggere; solamente non scriverò nuovi post (bhe...mai dire mai) e metterò i commenti in moderazione, in maniera tale da poterli leggere con calma quando mi connetterò...cosa che accadrà un po' di rado. 

Detto questo, vorrei fare un breve commento al blog, in questi suoi pochi mesi di vita. Devo ammettere che quando ho aperto il blog la mia idea iniziale era quella di creare un "angolino nel web", nel quale inserire semplicemente qualche riflessione personale...anche per questo non mi sono impegnato molto per cercare un titolo un po' più fantasioso al blog. Questo "angolino" ha cominciato però a ricevere molte più visite di quello che mi aspettavo inizialmente, e per questo devo ringraziare Santaruina, che ha messo il link su "Tra Cielo e Terra", chi ha condiviso i post sui social network e, non per ultimi, tutti coloro che seguono il blog abitualmente.
Nonostante questo però l'impostazione del blog rimane più o meno quella dell'inizio. Motivo per cui non scriverò mai un gran numero di post ogni mese...numero che dipenderà sempre un po' dal tempo a disposizione, un po' dagli spunti, e molto dalla pigrizia.
Auguro a tutti di passare delle buone vacanze...o quello che ormai ne rimane.
Un saluto e a presto ;-)

7 luglio 2011

Film, propaganda e suggestioni


Solitamente si dice che l'ufologia sia nata il 24 giugno 1947, giorno in cui un ricco uomo d'affari statunitense, Kennet Arnold, sostenne di aver avvistato dei "piatti volanti" mentre si trovava in volo sul suo aereo privato. Da quel momento in poi gli avvistamenti, veri o falsi, si moltiplicarono velocemente, e non si dovette attendere molto perchè migliaia di appassionati collegassero simili fenomeni alla presenza di "astronavi aliene" sul nostro pianeta. Se ci riflettiamo attentamente, però, il collegamento appare decisamente forzato. Non c'è infatti nessun motivo logico per dire con certezza che un oggetto in cielo, per quanto strano possa sembrare, sia di natura "extraterrestre" e ospiti al suo interno dei marziani. Ma allora perché questo collegamento è stato dato praticamente per scontato? E, soprattutto, come mai moltissime persone lo hanno accettato in maniera quasi incondizionata? 
Molto spesso le cause di un fenomeno vanno cercate un po' più indietro nel tempo. Infatti, molto prima che si parlasse di "ufo" e "ufologia", la popolazione americana era già stata abbondantemente preparata all'idea che esistessero forme di vita aliene, che potessero entrare in contatto con noi. Già sul finire dell' '800 (e si guardino le date: stranamente si tratta dello stesso periodo in cui ebbero grande successo i movimenti spiritualistici, come lo spiritismo e la teosofia, con il conseguente dilagare dell'occultismo) erano comparsi numerosi romanzi di fantascienza, che avevano per oggetto viaggi spaziali, astronavi extraterrestri e rapimenti alieni.

È del 1880 il romanzo Across the Zodiac, di Percy Greg, nel quale il protagonista, con una nave ad antigravità, riusciva a aggiungere il pianeta rosso, trovandovi così una civiltà dittatoriale e maschilista. La Guerra dei Mondi, pubblicato da H. G. Wells (che era un membro della società occultista Golden Down) nel 1897, raccontava invece di extraterrestri invasori che con le loro avanzate tecnologie minacciavano l'esistenza stessa del genere umano. Dello stesso autore è Star Begotten, un romanzo che per certi aspetti ha moltissime affinità con la teosofia e la moderna new age: qui, infatti, gli alieni erano considerati benefattori dell'umanità, dei fratelli dello spazio che grazie a "raggi cosmici" facilitavano "l'evoluzione" delle persone. Questo non è comunque l'unico punto di contatto tra i movimenti occultistici e le storie sugli alieni, dal momento che, proprio tra i teosofi e gli spiritisti, era molto diffusa l'opinione che esistessero forme di vita simili all'uomo fuori dalla terra, o che addirittura gli esseri umani, dopo essere morti, potessero "reincarnarsi" sugli altri pianeti del sistema solare.
Questo dovrebbe fare pensare anche a quanto siano legati tutti i vari movimenti “ufologici” con quelli neo-spiritualistici, anche solo ad un livello “ideologico”.
Una rivista di fantascienza
del 20 giugno 1935.
La copertina mostra
chiaramente un "rapimento
alieno".

Comunque sia, questi libri ebbero un grande successo, soprattutto tra il popolo americano. Lo stesso può dirsi anche per i film. E’ del 1902 la prima pellicola dove compaiono degli “extraterrestri”, ma ne uscirono diverse anche negli anni successivi. Questi film condizionarono talmente tanto l’opinione pubblica americana che, quando nel 1938 la CBS trasmise una finta radiocronaca di un attacco alieno, molte persone credettero che ci fosse una reale invasione da parte dei marziani, facendosi letteralmente prendere dal panico. E ciò accadde ben prima della nascita dell’ “ufologia” e dei movimenti annessi! Questo significa che la popolazione, già all'epoca, era stata opportunamente preparata a ricevere determinati impulsi (se non vere e proprie suggestioni), con degli opportuni mezzi di propaganda.
Molto probabilmente la stragrande maggioranza di autori di libri e film riguardanti tale argomeno era inconsapevole di questo fatto, ma le loro opere contribuirono enormemente a creare certi stati d’animo, che sarebbero tornati utili ai burattinai. Anzi, possiamo dire che l'ufologia e i movimenti ufologici siano nati proprio in seguito a queste suggestioni artificiali, e che siano "salati fuori" solo quando gli individui erano stati adeguatmente "preparati". Se qualcuno si stesse ancora chiedendo lo scopo di questa massiccia operazione, è sufficiente che rifletta un attimo su quanto il fenomeno ufologico stia alla base di molti movimenti new age. Si può anzi dire con sicurezza che per la new age (o almeno per quella più recente), credere “negli alieni” sia un vero e proprio punto fermo. Osservando questi fenomeni si potrebbe pensare anche che tutta la questione degli "extraterrestri" sia stata a lungo progettata, per avere in seguito un ruolo nell'instaurazione della "religione mondiale".

Un discorso simile può comunque essere fatto anche per molti altri film che, in ambiti leggermente differenti, hanno giocato un ruolo simile. Uno dei casi più curiosi è senza dubbio quello del film Matrix, che è stato scambiato da molti per un film “contro-il-sistema”. Bisogna sempre considerare però che i film sono un ottimo mezzo per diffondere tra il pubblico determinate idee, quindi - per quanto ne sappiamo - Matrix potrebbe essere benissimo un film di propaganda, così come lo era Scipione l’Africano (1937), proiettato nelle sale cinematografiche italiane durante l’epoca fascista. C’è però da dire che la propaganda fatta dal secondo film era di stampo “politico” e che tutto sommato si trattava anche di una propaganda palese, perchè tutti (o quasi) capivano che il film era solo un modo per esaltare gli ideali del fascismo. Quella fatta da Matrix è invece una propaganda incredibilmente più subdola, riguarda argomenti di carattere “filosofico” o pseudo-spirituale e per questo motivo risulta anche molto più pericolosa.
L'idea di fondo di Matrix, infatti, é che il mondo che ci circonda (o che circonda i personaggi del film) sia in realtà un mondo fasullo, costruito "artificiosamente" da degli esseri non-umani (macchine e robot), che tengono prigioniera l'umanità e che si nutrono delle sue energie. Questa "filosofia" però non è affatto nuova, ed è soltanto un riadattamento in chiave "tecnologica" delle dottrine gnostiche, secondo le quali gli esseri umani erano prigionieri di entità malvagie, chiamate Arconti, e intrappolati in un mondo falso creato da un demiurgo oppressivo (il Dio dell'Antico Testamento). La diffusione del "pensiero gnostico" è stata notevolmente agevolata da questo film; per rendersi conto di ciò, basta osservare quanti libri (tra i primi Figli di Matrix di David Icke) e siti internet sono stati ispirati da questa pellicola, e propongono magari di "combattere il sistema" con idee palesemente neo-gnostiche. Lo stesso vale ancora per film come V per Vendetta, o Avatar, che sono ben lontani da essere qualcosa "contro-il-nuovo-ordine-mondiale", anche se da molti sono stati scambiati per tali. Alcuni forse non hanno mai pensato che i film possano essere tra i principali strumenti che il potere usa per plasmare le menti... o forse non hanno mai visto Scipione l'Africano.

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Articoli correlati:
Avatar e la New Age
Corrado Malanga...tra alieni e demoni 

29 giugno 2011

Il Papa e l'imperatore


Questa immagine  proveniene da una minatura Medievale (del 1300 circa) e rappresenta il Papa (a cavallo) e l'Imperatore. Quest'ultimo, pur avendo in testa la corona, serve il Pontefice, come se fosse l'ultimo dei maniscalchi; la cosa potrebbe sembrare strana ma, per una civiltà tradizionale, qui vengono indicati quali rapporti dovrebbero esserci, in condizioni normali, tra l'autorità spirituale ed il potere politico.
L'immagine, in realtà, è più simbolica di quanto non possa apparire a prima vista. Il Papa, sul suo cavallo, è fermo, perchè il suo dominio è quello spirituale, della contemplazione. Al contrario, l'imperatore si muove perchè il dominio dove esercita la sua autorità è quello dell'azione (quindi quello dell'amministrazione dello Stato, della difesa del territorio, del comando sull'esercito, etc.). Con le dovute proporzioni, si può dire che lo schema qui utilizzato è quello del "motore immobile":  il principio più elevato (quello Spirituale) si trova fermo al centro, mentre ciò che da esso dipende sta all'esterno, e si muove perchè rappresenta il "divenire". In effetti, durante il Medioevo, l'imperatore dipendeva in qualche modo dal Papa perchè, per governare in maniera legittima, aveva bisogno della sua benedizione. Il Pontefice avrebbe potuto togliere questa legittimità con una scomunica, in seguito alla quale i sudditi e i vassalli non sarebbero stati più tenuti ad obbedire al regnate. Tutto questo ricorda anche come le civiltà tradizionali considerassero l'autorità spirituale superiore a quella temporale...e come quindi ha davvero poco senso la teoria secondo la quale le religioni sarebbero state solo uno strumento di controllo, in mano al potere politico.

5 giugno 2011

I Templari e la duplice guerra


"Così dunque, per una singolare ed ammirabile combinazione sono, a vedersi, più miti degli agnelli e feroci dei leoni, a tal punto che esito se sia meglio chiamarli monaci o piuttosto cavalieri. Ma, forse, potrei chiamarli più esattamente in entrambi i modi, poiché ad essi non manca né la dolcezza del monaco né la fermezza del cavaliere."
San Bernardo di Chiaravalle, De laude novae militiae

Già a partire dall’anno 1128 l'Ordine dei cavalieri Templari si costituì con una particolare caratteristica: i suoi appartenenti erano infatti, al tempo stesso, sia monaci che guerrieri. Anche questo fatto permise ai Poveri Fratelli di essere ampiamente accettati all’interno della Chiesa, cosa che non sempre avvenne con tutti gli altri cavalieri.
San Bernardo, che all’epoca era abate di Chiaravalle, oltre alla regola dell’Ordine scrisse per esso un particolare “Elogio della nuova cavalleria”. Qui venivano lodati i Templari per la loro religiosità, che li distingueva da tutt’altro genere di cavalleria: una cavalleria profana, che non aveva nulla a che fare con i valori cristiani, e che era composta per lo più da delinquenti in cerca di beni materiali e gloria terrena. San Beranrdo scriveva, facendo un gioco di parole, che questa “cavalleria secolare” in realtà non era una milizia ma una malizia....e che questi "cavalieri" non militavano affatto per Dio, ma per il diavolo. I Templari, al contrario, erano un ordine religioso, combattevano per la loro fede e per la gloria di Dio, non per conquistare una fama personale.
Ma c'è dell'altro. I Templari erano nettamente superiori a tutti gli altri cavalieri perché la guerra che combattevano era in realtà da intendersi in senso duplice, proprio perché duplice era la natura stessa dell'Ordine: guerriera e monastica. Infatti esisteva una guerra esteriore, combattuta con la spada contro gli infedeli; ma questa guerra andava considerata quasi come una manifestazione di un'altro tipo di "guerra", ben più importante della prima, e che si svolgeva nell'interiorità. Una guerra combattuta contro le passioni, contro i "demoni", e, in generale, contro gli elementi che allontanavano da Dio. Lo stesso San Bernardo scriveva riferendosi ai Templari: "Essi combattono una duplice battaglia, sia contro la carne e il sangue, sia contro gli spiriti maligni del mondo invisibile". Se l’armatura esterna, utilizzata per difendersi dai colpi del nemico, era fatta di metallo, l’armatura “interna” era invece costituita dalla Fede del cavaliere: “Quando giunge la battaglia essi si armano dentro con la fede e fuori col ferro”.

22 maggio 2011

L'arca, simbolo della Chiesa


Nella tradizione cristiana l’arca di Noè viene spesso intesa come un simbolo della Chiesa stessa. Quest’ultima, infatti, trasporta dei passeggeri (cioè i fedeli), e al suo interno custodisce un bagaglio di inestimabile valore, costituito in primo luogo dagli insegnamenti di Cristo, e anche da una grande dottrina, da antichi simboli e riti. La navigazione dell'arca non è ovviamente sempre facile o esente da pericoli, e così anche la Chiesa è vista come “viandante in questo fluire di tempi malvagi, simile a un diluvio” (1). A volte la tempesta all'esterno può farsi molto violenta, ma non per questo il tesoro che viene custodito all'interno diminuisce di valore.

Anche le singole parti dell'arca vengono prese in esame ed accostate ad elementi della Chiesa. Così i tre livelli di cui è composta l'imbarcazione possono simboleggiare le tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità). La porta d’entrata, presente sul lato dell’arca, rappresenta invece il battesimo, tramite il quale la persona entra nella Chiesa; ma essa simboleggia anche “la ferita con cui fu trafitto il costato del Crocifisso... perché da lì sgorgano i sacramenti con cui sono iniziati i credenti (2)”. Secondo la Bibbia (Gn 6, 15) l'arca è anche alta trenta cubiti, così come trenta erano gli anni di Cristo quando cominciò a predicare il Suo Vangelo (3).
L'arca è inoltre uno strumento di salvezza, anche perchè secondo la narrazione della Genesi solo chi si trovava al suo interno sopravvisse al diluvio universale; allo stesso modo la Chiesa ha da sempre ribadito come solo in essa l'uomo possa trovare la salvezza spirituale (la famosa frase che sintetizza questo concetto è "nulla salus extra Ecclesiam, nessuna salvezza fuori dalla Chiesa")
Quest’interpretazione, ovviamente, non nega il valore storico del racconto dell’Arca di Noè; non si può porre in contrasto con esso perchè i due modi di lettura (letterale e simbolico) si collocano su due piani differenti. Si può comunque notare come nella tradizione Cristiana si tenda spesso ad interpretare l’Antico Testamento alla luce ed in funzione del Nuovo. La parola di Cristo, ovviamente, ha una rilevanza maggiore e ciò che nel tempo viene prima di essa costituisce una sorta di “preparazione” alla venuta del Salvatore. La storia dell’arca quindi, pur essendo contenuta nel vecchio testamento, costituisce una prefigurazione ed un simbolo della Sua Chiesa.
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Note:
(1) Agostino, La Città di Dio, XV, 26
(2) Agostino, La Città di Dio, XV, 26
(3) Agostino, Contro Fausto Manicheo, XII, 14

9 maggio 2011

Pax Deorum


Secondo gli antichi romani esisteva un particolare rapporto di equilibrio tra gli uomini e gli dei. Questo rapporto prendeva il nome di pax deorum, pace degli dei, ed implicava che gli uomini, all'interno della società, rispettassero determinate regole. Fin tanto che queste venivano fedelmente osservate, gli dei assicuravano la loro protezione - sia ai singoli individui che alla civitas nel suo insieme - , garantivano buoni raccolti e tenevano lontane le pestilenze. Ma nel caso in cui gli uomini si fossero comportati in maniera empia, questo prezioso equilbrio di sarebbe potuto rompere, scatenando così l'ira degli dei. Era quindi molto importante che le leggi fossero conosciute ed applicate nel modo giusto. In epoca arcaica non esistevano però norme scritte: gli unici autorizzati ad "interpretare" le leggi tradizionali (mores) erano quindi i sacerdoti del collegio pontificale (i pontefici). Questi, conoscedo i "principi superiori", erano in grado di suggerire quali fossero i giusti comportamenti da tenere, sia nel campo religioso che in quello sociale, perchè la pax deorum fosse mantenuta. Del resto, l'etimologia della parola "Pontefice" (da pontem facere, fare il ponte) ricorda che il sacerdote era colui che poteva autorizzare e dirigere la simbolica arte della costruzione del ponte, perchè in qualche modo egli stesso fungeva da "ponte" (cioè da mediatore) tra gli uomini ed il divino. Fondamentalmente il potere dei sacerdoti di interpretare le leggi si spiega proprio considerando il loro ruolo di "intermediari".

Quest'autorità dei pontefici subì però un graduale processo di sgretolamento, che cominciò ad essere evidente già nella seconda metà del V secolo a. C. (con la codificazione delle XII Tavole), e che diede vita ad una sorta di "giurisprudenza laica", slegata (almeno in parte) dalla religione. In questo modo la legge perse in gran parte il valore "sacrale" che aveva in origine, ma, nonostante questo, il concetto di Pax Deorum rimase vivo per molto tempo, tanto che ad esso veniva data una certa importanza ancora in epoca imperiale.

Il rispetto della pax deorum aveva le sue conseguenze: per evitare che l'ira degli dei si abbattesse sull'intera cittadinanza, chi si macchiava dei crimini più gravi (rischiando così di rompere questo equilibrio), doveva essere dichiarato "homo sacer". Non è facile tradurre questa espressione (letteralmente "uomo sacro"), anche perchè in latino la parola sacer significa sia "sacro" che "maledetto". Si può dire che egli diveniva un uomo "sacro", nel senso che la sua sorte era affidata alla volontà degli dei, che probabilmente lo avrebbero colpito con mille sciagure, lo avrebbero fatto diventare pazzo o lo avrebbero ucciso. Ma egli era anche l' uomo maledetto, perchè chiunque (ignorando la sua condizione) lo avesse ucciso non poteva essere accusato di omicidio; in tal modo gli veniva rifiutata la giustizia anche da morto.

Dal concetto di Pax Deorum deriva (più o meno direttamente) anche quello del bellum iustum (cioè della “guerra giusta”). Teoricamente, per mantenere  il consenso divino, la guerra doveva essere dichiarata seguendo precise regole, e non doveva mai essere intrapresa per futili motivi; in caso contrario la guerra diveniva ingiusta ed empia. Un simile concetto fu però applicato sempre più raramente, soprattutto a partire dalla fine dell'età repubblicana: già allora, un banale pretesto era sufficiente per scatenare vasti conflitti con le popolazioni straniere, o addirittura sanguinosissime guerre civili che, come scopo, avevano esclusivamente la conquista del potere politico.

2 maggio 2011

È morto Bin Laden (di nuovo)

Dopo essere stato il più grande ricercato del mondo per quasi dieci anni, è morto di nuovo Osama Bin Laden... e a quanto pare questa volta lo hanno voluto fare morire definitivamente. Il suo corpo è stato gettato in mare e di esso non v'è più minima traccia. L'unica foto finora diffusa del suo cadavere è palesemente falsa. Ma del resto, è giusto concludere con una menzogna una storia iniziata con la menzogna e che si basa solo sulla menzogna. Almeno da questo punto di vista è stata dimostrata un'incredibile coerenza.